viernes, 22 de noviembre de 2024

Nutrire le mosche (Versione italiana)

 NUTRIRE LE MOSCHE


Ricardo Gabriel Curci



 

PREFAZIONE DI GERARDO DAVID CURIA

Sale nel segno dell'eros

Ricardo trafigge il linguaggio che ritorna nella sua perdita. L'assoluto è il contrario, una curva nel senso che continua e manca. La ferita così lontana da se stessa.

È un bambino che gioca nell'angelo con l'illusione della forma, il suo dubbio è certezza, cenere che sboccia.

C'è un occhio nelle sue parole dove l'ombra è tutt'uno con la luce e la tempesta è una pietra senza peso. Vede la forza di un vuoto che costituisce la materia, come se al corpo dovesse mancare un corpo per scoprirsi. Non c'è niente di più nudo di colui che cerca e sfida la bestia che respira assenze. Il limite della morte con la vita.

Di silenzio in silenzio, nella sua musica, l'enigma è il sale nel segno dell'eros.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

           

“Quasi nessuna verità, il vuoto di sentirsi sicuri,

per essere debole anche tu e ammirare le mosche,

che vincono tutte le battaglie, turbano l'anima

e divorare il resto."

 

Alberto Girri

 

                 

 

     

                                                                                              

                                                                                     

                                                                                 

 

 

I. Scienza

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1

 

conoscere l'uomo

                              L'origine

il motivo dell'irragionevole

                              nel sesso delle scimmie

                              melma di cane

                              cervello di Cristo

 

sesso e muscoli

                           hanno creato l'idea

mani

                 hanno formato il mondo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2

 

 

gli occhi della scienza vedono

uno spazio vuoto tra i corpi celesti

sfere bianche

                           acqua scura

sporcizia dai magazzini abbandonati

                                                                    

ma il sereno guardiano

                                   nei sogni di mattine fredde

Basta pensare

nella vertigine

                     gocciolare

                              spazio

che il tuo corpo occuperà

                                      la notte scorsa

 

 

 

 

 

 

 

 

3

 

 

ad un certo punto

tra la terza vertebra

  e il cervello

inizia il dolore della conoscenza

 

La velocità della luce

rompere le pareti di carbonio

 

                           ecco perché le scimmie

                           loro hanno anche

                           ricordi di Dio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

4

 

 

bambini dalla testa grande

come un sacco

             non è acqua

ciò che deforma i teschi

             né il sangue degli abissi

mare oscuro senza memoria

 

è paura

 

i neuroni crescono, si moltiplicano

                                  diventano

in piccoli mostri

quando aprono gli occhi

                     il giorno in cui sono nati

 

 

 

 

 

 

 

 

5

 

 

un numero per il tempo

È arbitraria come misura

                             nello spazio

misurare i pensieri in base alla loro durata

È come prendere manciate d'aria

                               e pesarli

 

una foglia d'albero

ha miglia di giorni

tonnellate di cadaveri

migliaia di notti umide

 

spazio tempo

l'unica stessa parola

Quello è un uomo

                          -è passato troppo tempo-

                           separato

 

 

 

 

 

6

 

 

il metodo empirico

mette a confronto il soggetto con il suo oggetto

                            si annullano a vicenda

come una sedia davanti al tuo tavolo

                            si guardano

                            studiarne le forme

senza toccarsi o entrare l'uno nell'altro

piani complementari adatti

dalla discrezione delle menti

                                     -cervello-

che guardano senza capire

                          l'interno dell'oggetto

uomini come cose

masse inerti circondate dalla pelle

                          più impenetrabile

                          quella pietra

 

 

 

 

 

7

 

 

assicurano gli entomologi

                     si stanno formando le formiche

                    nidifica nelle vertebre

Li hanno visti perforare la pelle

e lasciati trasportare dal sangue

con un piccolo pezzo di muscolo come carico

fino ad annidarsi nell'ultima vertebra

                     poi vanno avanti, lentamente

 

alcuni dicono di sentirsi

una puntura alla schiena

un intorpidimento al mattino presto

 

quando il bisturi penetra nella cassa del cranio

troveranno la regina

                                  sistemato nell'atlante

                                  circondato da uova

 

 

 

 

 

8

 

 

Charles Darwin ha detto

le specie non erano quello che sono

né saranno quello che sembrano

anche l'uomo è un animale

che parla con i pensieri

non ha menzionato nulla della sua anima

 

poi lo hanno aggredito

con quell'idea immensa chiamata Dio

Lo fecero a pezzi per divorarlo

 

ma gli animali continuarono

le sue ossa nella foresta

e dopo averli ricoperti con foglie secche

iniziarono a gemere

                       ululare

come uomini spaventati

 

 

 

 

9

 

 

in una costellazione

qualcuno aspetta l'arrivo

                    del profeta

in una barca trascinata

dagli aliti dei vulcani spenti

 

                 stelle

passare attraverso tubi concavi

le immagini convergono

agli occhi dei ratti

che scavano la testa dell'astronomo

 

                roditori

guardando dai telescopi

vieni in paradiso

al creatore del cervello

                che li nutre

 

 

 

 

 

10

 

 

la mano della scimmia prende la leva

e il fuoco fugge dalla navespazio davanti, pensa

l'uomo dietro

 

quindi tagliare i cavi

bloccare ogni comunicazione

 

lui è la terra

È solo e l'orgoglio lo esalta

gli uomini mi somigliavano tantissimo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

undici

 

La somma degli angoli di un quadrato non è uguale a quattro angoli retti.Al risultato bisogna aggiungere la figura in cui Dio ha insistito a vivere.

                                            un sito matematico

                                            dove le parabole sono teoremi

 

forse Pitagora è il Battista

Einstein il Messia

mettetevi semplicemente in testa

nel percorso di un proiettile

obbediente alla fisica di Newton

per svelarne la sostanza

mondi teorici così fragili

come il cervello di Dio

 

 

 

 

 

12

                 

                    

                       negare non è arrendersi

Costruisco muri

sopra la mia altezza

con le rocce cadute dal cielo

 

Dico sì, dico no

poiché i volti lo tollerano

 

dentro

il sole gira per me

come faccio al sole

 

                   Sono Galilei

e affermo che il mondo

è fatto con il fuoco

                              gli uomini

                              legna da ardere secca

 

 

 

 

 

13

 

 

trattati di anatomia

esplorare il corpo

sepolto sotto la pelle

                                  per un dio geloso

                                  della bellezza dell'uomo

                                  l'intelligenza della scimmia

 

nelle sale di dissezione

studiano i teologi

             

le viscere di Dio

rilasciano formaldeide

                            ma non soffrono più

 

 

 

 

 

 

 

 

 

14

 

 

                               il giorno della morte

stimola le secrezioni

moltiplicare la connessione neurale

la velocità del sangue accelera

inversamente alla durata della vita

 

e nelle profondità più oscure, vuoto

                                       del cervello

dove una mano è ancora una mano

lo stelo dell'angoscia

                                    continua a crescere

oltre l'obiettivo utilizzato

                                  per ammirarla

 

 

 

 

 

 

 

 

 

quindici

 

 

Argo è morto

                            Ulisse annuncia a suo figlio

poi distruggi la zattera con l'ascia

e costruire una bara

per il cadavere del cane

 

un vecchio saggio si avvicina

                misurare il corpo

                fa numeri sulla sabbia

calcolare la dimensione dell'anima

 

Ulisse non lo guarda

gettare la scatola in mare

la guarda affondare lentamente

                      l'acqua inonda la spiaggia

                      e cancellare le cifre

la sua anima è l'oceano

                      dice

 

 

 

 

16

 

 

coloro che pregano saranno perdonati

con un biglietto della lotteria in mano

inteso

                    assolto

                                  punito?

 

È saggio chi ha

l'intelligenza di Dio

tra le dita

ma Dio è muto e sordo

non vede nemmeno se stesso

 

                           saranno perdonati

                           l'ignorante

 

senza i guanti della ragione

vedono e toccano

il volto di Dio

 

 

 

 

 

17

 

 

la luce viene dal sole

                             e sopravvive

                             con messaggi morti

ma se la luce fosse oltre

                             dell'esistenza del sole

cosa lo ha creato

            punto distante impensabile

per il cervello umano

                                      tempo

come un corrimano

che sfugge ad ogni istante

nei terreni che perdono

 

e quel punto di luce senza origine

chiama come la fame

                                    disperazione

occhi sul nulla

le mani tese nel vuoto

 

                              dalle dita nascono

                              uomini e viaggi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                     18

 

 

punto luminoso in avvicinamento

                                           si allontana

vibrazione invisibile sulle dita degli uomini

accarezzare i volti dei bambini

                quando guardo il cielo una notte

                                              sulla spiaggia

non è vento dal mare

        è desiderio

sciogliere il corpo nella sabbia

stare con la notte

un punto nelle stelle

 

bambini che fanno volare aquiloni

uomini urlanti

         raggiungere

quella costellazione con il nostro volto

                       che vediamo una volta in un istante

In tutta la vita

 

nemmeno la certezza

                             averla vista

                                  solo la pietra del dubbio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

19

 

 

numeri

unità

                dello spazio tempo

non c'è infinito

ma un numero imprecisato di cifre

per l'idea

                     Pensiero

                                         riguardo a Dio

 

gabbie

          -cellule-

formazione delle cellule

                             il concetto

macchina

                   dio universo

artificio che si rompe

quando chiudiamo a chiave la memoria

nel boscochi evita

la dispersione

                     delle nostre ossa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

II. Guerra

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1

 

 

i motori tremano

nelle ossa del contadino

 

ferro più pesante della terra

il metallo luccica

                          spighe di grano

luci di un milione di girasoli

 

gli aerei aprono la pancia

lasciano cadere frammenti della loro anima

 

all'ombra delle ali

                                         un uomo

                                                          in pianura

 

 

 

 

 

 

 

2

 

 

un uomo si toglie i vestiti

copre il suo corpo di fango

                   costruire un'arma

imita il ringhio delle bestie

l'abbaiare dei cani

sbirciare tra gli alberi

                                     l'ombra

                   luci degli occhi

e nel fuoco che ha creato

                              di nulla

buttare via i cadaveri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

3

 

 

dai confini della città

                                           è impossibile andarsene

corde di ferro

catene muscolari

                                    attrarre verso il centro

                                    da una tomba

circondato dagli occhi di giovani assetati

con vecchi nudi dietro la schiena

 

un pozzo

dove cadono gli aerei

                                e le torri crollano

sui flussi umani

acciaio fuso

                      mari di petrolio

per seppellire il defunto

        

 

 

 

 

 

4

 

 

Riccardo di Gloucester partorì

                      la rabbia dell'uomo

aveva il cuore nella gobba

e non permetteva a nessuno di guardargli le spalle

 

Tramavo intrighi come un abile tessitore

e la furia aumentò in risposta

tuonarono i cannoni

il sudore della paura

si sentiva un odore più forte della rugiada mattutina

gli eserciti scesero sul campo di battaglia

Si sono scontrati con le lance e hanno rotto le ossa

fino a disintegrarsi nei frammenti del caos

 

il mondo era bello allora

                                somigliava al suo corpo

 

                                                                                                                   

 

 

 

 

5

 

 

la debole voce di Camus

                            straniero in terre carestie

afferma con un sorriso triste

discorsi contro la guerra

davanti agli auditorium con armi da fuoco sotto i vestiti

e bisturi che puntano alle pagine

fuori dagli altoparlanti il ​​suono

sparatoria in strada

 

uno studente si avvicina con una voce di polline

mastica il pane che lei gli offre con occhi di ferro

                             corpo di iena

 

Lui

cade sui libri

che non scriverà mai più

e fugge verso le sirene che sgorgano

                             dell'ultima esplosione

 

 

 

 

6

 

 

dice Iago ad Amleto

l'anima della donna

È uno sfondo arrugginito nel corpo

e il loro alito sa di profumi deliziosi

Mentre parlo

 

dietro il fronte di battaglia

Lady Macbeth insegna a Ofelia

dipingere le loro labbra con la ruggine di vecchie spade

bacia Amleto, lo consiglia

lo salverai dalla follia

 

ma non smette di piangere

La morte di suo padre

e Ofelia si uccide in un fiume

che trascina la carne dei soldati

 

 

 

 

 

 

7

 

 

gli eserciti arrivano nel deserto

mani legate

                    sesso

i soldati urlano quando muoiono

sfregando le loro armi

                  sparare, gemere

 

il generale comanda ancora

                   i punti di forza

la pioggia di sabbia si mescola

con la fontana dei pozzi neri

 

il generale sa chi è

non strumento, ma fine

il suo stesso sesso nell'ultima piega del

                     Petto

 

 

 

 

 

 

8

 

 

Dicono che sia disumano sbattere contro i muri

Li ho picchiati contro i cani

alle donne e ai bambini non ancora nati

e la testa di un uomo deforme

                                      contro le pietre

 

non dire che non sono umano

non inizierebbe mai

questa roccia con l'edera che cresce sul mio petto

oppure svuotare manciate di lime dal cervello

                       né rovinerebbe il bordo delle mie mani

                       con un materiale meno nobile

                       che la carne

 

 

 

 

 

 

 

 

 

9

 

 

non ci piacciono i carnefici

non per aver condannato la pena di morte

                       ma la corda attorno al collo

                       la cravatta appesa ad una trave

                       quella benda con cui un giorno, d'inverno

                       ci hanno coperto gli occhi

 

quando mettiamo la testa sull'albero

la lama ronza

il pavimento si aprirà

le asce brilleranno come il sole

             

              agli occhi del carnefice

              non c'è perdono né pietà

proprio quella misericordia

con ciò che cerchiamo di scusarci

 

colui che guarda il volto del suo carnefice

                              sembra

 

 

 

10

 

 

non ci sono leggi in battaglia

ma stimmi sulla pelle

progetti da sanzionare in parlamento

ospedali che registrano questi marchi

medici che parlano di dottrine

scritto da chi ha letto della guerra

da elicotteri numerati alti

 

i soldati

Impareranno il codice della guerra

forse perdono le dita

le sue braccia serviranno da supporto per il fucile

e se non hanno armi

le gambe eserciteranno l'atto

 

abbandonato da dio presiammaccatura

forse gli taglieranno anche le gambe

ma le loro teste costruiranno

labbra, saliva e denti insanguinati

battezzeranno lo strumento del fuoco

 

baciare il corpo del nemico

uccidilo con quel bacio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

undici

 

 

il soldato è distratto

si asciuga il sudore con un fazzoletto non regolamentare

accartocciato come un fiore spezzato in tasca

alcuni bambini scendono dall'autobus

e corrono verso gli uomini

che portano fucili sulla schiena

giocattoli nelle borse sulle spalle

e caramelle tra le mani

 

il soldato ora sorride languidamente

pensa a sua moglie

 

ma al volante c'è uno sconosciuto

lo sa all'improvviso

-come se alcune streghe glielo avessero rivelato-

che il veicolo è mimetico

del fondo scuro che sprofonda nell'asfalto

 

alzare la pistola e mirare

e negli occhi dell'altro vede

ciò che indovina la tua anima

quello che percepisco nelle notti in cui anche Dio

È meno crudele delle grida di un sergente

 

non osa sparare

 

sarà dopo l'esplosione

-tra frammenti di corpi

bruciato come caramelle su piatti di carne

quando i funerali saranno finiti

e la notizia si perde in fiumi di leggi

le truppe avanzano

riscattati per la carta prodotta

negli edifici delle monete-

quando il soldato ricorderà il sangue nei tubi di plastica

sirene rosse che cantano dalle auto bianche

 

ma allora sarà al sicuro

che il tuo ricordo varrà tanto

come la polvere

 

 

 

 

 

 

 

12

 

 

non ci sono più tamburi che rullano

né trombe che annunciano l'alba o la fine della battaglia

ci sono tosse da sigaretta

elmi legati sotto il mento imberbe

 

Hanno fatto sesso prima della prima lezione di fuoco

in capannoni di campi di allenamento estesi

lunghe estati che sono state una, giornate calde in lenzuola sporche

materassi sottili come strati di cipolle con odore di olio

cosmetici e lubrificanti per sesso e armi

 

Si chiedono, guardando il soffitto, se i cannoni di una volta

Sarebbero rimasti assordati, forse, rispondono.

Impattono gli ordini del sergente, del caporale e del colonnello

nei labirinti dell'osso temporale che isola il

timpani che un tempo udivano la marcia funebre

senza sapere chi stavano portando via

 

tuo nonno, sentì dire ai suoi genitori, ai tuoi zii e a tuo fratello

trascinato non caricato in casse metalliche dall'aria di fuoco

aerei erculei verso isole lontane e mai dette

insegnanti che imparano, allo stesso tempo insegnano cosa

Non sai, la vergogna delle scuole in un pomeriggio d'autunno, dove i numeri

sulle lavagne ci sono gli angioletti della saggezza

insieme al ricordo degli spari che arrivano dalle strade, dei vetri rotti

e le urla che annunciano epitaffi e costruiscono lapidi nell'aria

verso orecchie vergini dal suono dei morti

 

sordi alle sirene che ci svegliano alle cinque del mattino

nudi e sotto l'acqua fredda, costretti a sollevare la carne dei corpi

cosce e mani ferite sull'asfalto

dal parco giochi, ricordando i giochi sotto la doccia

torsi come gazzelle rosa, braccia fiammeggianti di pelo bianco

e le grida nel buio, soffocate dai cuscini che al mattino profumeranno

sperma e saliva

 

aromi che crescono quando si sprigiona l'urlo dei cadetti

in luci accecanti e cannonate lontane che si avvicinano

piani che scuotono la struttura della base

niente trapano, ripetizioni, niente trapano, schegge e ronzii

cariche che esplodono, corpi misti tra vetro e cemento

terra che cade dal cielo

su cumuli di ossa

che le bombe costruiscono nel fango

pii messaggeri

che mi portano la voce

la carezza di mio padre

un lungo pomeriggio

nelle pinete

vicino alla spiaggia soleggiata

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

III. Cielo Terra

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1

 

 

vento

dell'alba polare dopo il sole rosso

della foresta e dei fantasmi delle sue foglie

 

mare

schiuma di sale grosso

e la morte vola

 

          sugli uomini

pioggia di pietre e oscurità

niente venti

                   lascia che dissipino la nebbia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2

 

 

dal faro

                     intravedono

                     le casse

che fragili barche a vela

portano da mondi strani

                                         da oscuri presagi

                                         abitato

 

sulla spiaggia

colpi di mazza

                          romperanno i cardini

e risorgerà

ai volti degli uomini

                           la sabbia, la polvere

                           respiro dei morti

                           eredità del cielo

                                                                    

 

 

 

 

3

 

                                                             di Dio

                      conoscenza e verità ma i dubbi nascono in ogni piega del corpo cieco

                                  

crepe nel cielo dove cade la pioggia

sulla terrarosa come grumi di fango

 

figure che formano il sangue

che muoiono prima di nascere

ferite che non conosceranno mai

come chiudere

 

 

 

 

 

 

 

 

                    4

 

 

sotto il collo dei sacerdoti

                     c'è un segno

cicatrice di coloro che sono nati

con il collo tagliato

dove il vento sembra la voce di Dio

soffiando in gola

 

quella voce risuona a volte

                      come una corteccia di dolore

e la gola ha un odore

                      di carne morta

 

 

                                                                                                                     

 

 

 

 

                   

 

                     5

 

Il giardino ha un'aria di inquietudine, l'odore delle stanze esce di casa verso un cielo nero.

inizia a piovere

le finestre sono chiuse

solo la porta è socchiusa

                        appare un volto oscuro

 

i cani annusano il vento tra i rami

l'odore del sangue

che macchierà i tronchi

quando le amache

                                 smettila di dondolarti

e il bambino corre abbaiando

verso il capannone dove lo aspettano

                           mani e asce

 

 

 

 

 

6

 

 

               un granello di sabbia

Non è un granello di sabbia

ma parola

-infinita piccolezza-

di ciò che rappresenta

 

Luna

            non è

ma impostato

innumerevoli

                    di polvere e sabbia

 

Luna

             cade a pezzi

             tra le dita

 

 

 

 

 

 

7

 

 

un uomo si inginocchia

accanto a un cane ferito

                      il corpo trema

                      la carne si apre

 

l'uomo mette una mano dentro

scavare, accarezzare

(le macchine passano)

 

il cane

apri gli occhi

                    gira un po' la testa

                    guarda l'uomo

                    gli lecca la mano

e la testa cade di nuovo

 

 

 

 

 

 

 

                    8

 

 

nell'aria lo è

Quello

che non può essere nominato

nella piega del collo

di un bambino addormentato

 

crepa senza fondo

di frutta appena tagliata

l'oscurità di un'arancia

quando il sole tramonta

 

Quello

che non avrà mai un nome

cresce nel latte bollente

da far bere al bambino

Prima di morire

 

 

 

 

 

 

9

 

 

i pesci sono ricoperti di sale

ma l'uomo arriva

pescare e divorare

 

                                mentre il sole

cade

         con densità di piombo

sulla pelle dell'uomo

                                       il ramo che si spezza

                                       contiene l'uovo del verme

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                     10

 

 

in un edificio

                       seme metallico

che semina sui suoi terrazzi

le veloci eliche della meschinità

c'è un corpo accanto a una finestra

 

rete cellulare

corridoi delle vene

e reti di ossa

ma sui muri non c'è odore di morte

ma alla saliva che cola sui tappeti

 

il muschio ha cominciato a crescere

e gli insetti scolpiscono nuova pelle umana

 

il corpo apre gli occhi, si alza

guardare la città dalla finestra

sembra finalmente risvegliarsi da un sogno

             molto più lungo di una sola notte

 

si ferma davanti alla scrivania

Adesso sembra pulito da sporco e polvere

quelli che hai sognato

sa di essere protetto dal ferro

                             perdonato dal sole

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

undici

 

 

gli architetti parlano di travi tarlate

I sacerdoti dicono di sentire voci e mormorii

nella notte delle volte

 

arrivano gli sterminatori con gas e veleni

due fine settimana il cimitero è chiuso

il terzo nessuno vede più i topi tra le tombe

                  

                     ma i rumori continuano

                     la terra e l'asfalto tremano

                     la cupola del tempio crolla

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

12

 

 

con il vento

                     l'odore del mais

                     sabbia tra i denti

raggi bicolori

rifiuti in migliaia di intervalli

il colore del bene

                       il colore del male

 

con il vento

penetrare la terra

i sussurri di Dio

                           che a volte espirano

                           profumo di morte

                     

 

 

 

 

 

 

 

 

13

 

 

sulla facciata delle grotte

sotto il cielo bruciato

dai primi incendi

 

fumano come parole

che colpiscono i volti

solchi di sangue sulla pelle che sanno di lava

                           dalla bocca dell'uomo

                           nascono le pietre

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

14

 

 

cani morti

              trascinano le anime

legati alla coda con un filo

si avvicinano all'uomo

gemono, abbaiano

mordono la mano che cerca di accarezzarli

si sdraiano con le orecchie abbassate

e quando sembrano dormire

             l'uomo scioglie il filo con la mano ferita

             raccogli la tua anima

 

i cani non piangono più

ritornano da dove sono venuti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

quindici

 

 

cani morti

Arrivano con la testa chinata

               la coda tra le gambe

alzano lo sguardo

e gemono, ululano

 

l'uomo accarezza loro la testa

             si strappano le manili prendono tra i denti

piange l'uomo

             gridare dietro ai cani

ma la città è scomparsa

 

la foresta

                È pianto e dolore

 

 

 

 

 

 

 

                      16

 

 

i miei vicini picchiano sui muri ogni notte

                            non sembrano persone

e anche se la mattina li vedo partire

con la sua forma umana

                            ogni notte continuano a colpire

 

Non faccio rumori

                             Non piango né urlo

Canto alle vecchie voci che abitano

i corridoi all'alba

all'ascensore che parte

e si ferma su un piano senza persone

alla porta che si chiude

e la mano intrappolata in quella porta

 

Canto a quel vuoto di pioggia

contro le finestre della domenica dopo il funerale

agli uccelli sui cornicioni

che restano la notte e non si alzano

Canto alle voci dei bambini nel seminterrato

ballare attorno a una strega

 

e canto al fumo e al fuoco

che oggi risorge dalle fondamenta

e illumina il vasto

                     ampio gesto da parte dei miei vicini

quando si colpiscono muri e porte

anche loro

                       infine

                                   Urlando

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

17

 

 

si seminano errori

 

un uomo cammina con la zappa tra i solchi del campo

a torso nudo sotto il sole più cocente

e strappare i raccolti dalle radici

 

non le foglie delle piccole spine

né i fiori che, pur belli,

Non hanno alcun aroma

ma i bulbi cresciuti nell'umidità della terra

pagato con le loro feci

 

L'uomo porta alla bocca quei frutti

e sono amari

troppo perché il sale ne tragga beneficio

Hanno il sapore del loro passato

 

sa che lì cresceranno sempre di più

e ritornerà sotto il più doloroso sole estivo

con la zappa in spalla

nudo

e il sudore che gli deformava i lineamenti

 

allora le mani scaveranno la terra

e coglieranno di nuovo i frutti

prima che qualcuno riconosca il tuo volto

 

                                                  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IV. Uomo donna

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1

 

 

aria gelida

che mani calde

gambe e cosce

                             antico

di donne

Hanno provocato

                         sparsi in tutto il mondo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2

 

 

un fauno

              capra

parlare con le donne

come se le leccasse il seno

 

lo guardano

                      cauto

si chiedono se quelle labbra

                     hanno già baciato

                     il sesso degli dei

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

3

 

 

il martello è appeso al muro

appoggiarci sopra un chiodo

l'osso frontale del cranio

guarda come nascono i pensieri

 

il seme materno

parla

con il dolore delle spine

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

4

 

 

con l'aiuto dell'oppio

Conduco gli uomini al tuo corpo

 

IO

che ho solo io

una vena perforata di eroina

Porto uomini nel tuo corpo

così possono dirmi il sapore

delle tue sei labbra

                    due per la sigaretta

                    quattro per il sesso

 

con nient'altro che cocaina nella saliva

Sento i gemiti nelle bocche di quegli uomini

fonti di morfina

Cosa usi per dimenticarmi?

 

 

 

 

 

 

 

5

 

 

come quando si cade

di un treno in corsa

                      le gambe possono essere perse

                      e la memoria dell'anima

 

nel nono mese

della gravidanza di tua madre

                 perdi l'anima

                 anche se guadagni un corpo

  

 

 

 

                                                            

 

 

 

 

 

 

 

 

6

 

 

la ragazza cammina

tra vecchi cani che abbaiano

e macchie di sangue sugli alberi

finestre e porte aperte l'attendono

 

pensa alle asce nel capannone

nelle ferite che gridano come cardini arrugginiti

schiaccia le prugne tra le mani

e si asciuga sui fianchi

 

si avvia verso la casa

all'abbraccio verticale tra le cosce

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

7

 

 

Dicono che le donne sono più forti degli uomini

Sollevano le auto se i loro figli rimangono schiacciati

fermano i proiettili per strada o in guerra

ma sono solo sogni

 

le donne non mentono

con le parole meschine degli uomini

fanno male se devono

i suoi occhi sono luci che vedono

quel languido orizzonte

e addolcito da paure incerte

 

sono spaventati

ecco perché non conoscono la misericordia

quello che sanno del passato

li spaventa come se vedessero il futuro

 

le donne si rifiutano di dirlo

agli uomini e ai loro figli

cosa c'è oltre l'ignoranza

è pietà, forse

ma anche orgoglio ed egoismo

frammenti strappati all'amore

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

8

 

 

l'uomo è fatto di carne

divora le ossa per nutrire un corpo in espansione

I loro figli sono fatti di carne con pelli di sale infantile.

corpi nati dal mare grondante acqua e schiuma

sabbia portata dal vento

che li ricopre come vermi

 

l'uomo non capisce il futuro

desidera il passato e ama il pensiero

è capace di uccidere

-sa che tutto è carne-

per preservare le donne e il loro corpo

i bambini in un pugno aperto

con gli odori di un molo:

                         sale e sangue

                       

un uomo ama tutto questo

tanto quanto loda Dio

per morire trafitto dai chiodi

 

 

 

9

 

 

donna che si nasconde in parole sul tavolo della cucinatra riproduzioni di dipinti barocchi

lavorare a maglia, parlare, guardare lotterie per viaggi ai Caraibi

viaggia sulla luna nei suoi sogni di cuori di Cristo

in frammenti funebri di chiese demolite a domeniche alterne

Va su e giù per le scale che risuonano nelle sue gambe

con rimedi per reumatismi, depressione

 

l’arbitrato di uno psicologo per le vostre controversie matrimoniali

mortale, incompiuto prima e dopo la sua creazione

vite passate dei prossimi anni

 

a quaranta quello che cominciava a trenta

a sessant'anni quello che scoprì a quaranta

scuse nell'irragionevole traccia del sentimento

 

mimetizzarsi con l’angoscia e le lacrime non serve più

né gli occhi annebbiati, né l'alcol, né le droghe che hanno provato

mantieni un corpo che sfugge alle tue mani magro

della volontà e dei disegni degli altri volti

 

bambini che non sono né progetti né parti del proprio corpo

membri sconosciuti emersero un anno già dimenticato

Nessuno ricorda i volti se non grazie alle foto posizionate sotto vetro su un tavolo

 

trovare motivi convincenti per continuare a caricare

balle e sacchi di semi, cibo dai mercati

verso fornelli e padelle che ripetono la stessa preparazione

ogni giorno quando il sole sorge al ritmo delle persiane

dentifrici con gusti diversi, almeno è già qualcosa

il sapore della menta e poi anche il caffè

calde giornate estive, mattinate con pioggia e umidità

sudorazione a letto e dolori notturni

 

alla fine tutta la stanchezza, il rancore

e soprattutto la sensazione vitale della paura

che ti spinge ad aprire le palpebre con rinnovata forza

la paura di finire per odiare ciò che avevamo amato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

V. Lingua

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1

 

 

ciò che ne ratifica il significato

di una notte d'inverno

sotto un pino ghiacciato

cosa scricchiola cosa fischia cosa cade

per indicare il movimento

                              

                                 anche oltre la paura più temuta

                                 c'è la calma viscosa senza sosta

 

ma niente rettifica i suoi segnali

come qualcuno che articola sillabe contro una tempesta

corvi che cantano al calar della notte

pesce che salta nel lago

quando i pescatori tolgono le canne

e i motori sputano polvere e addii

 

delle labbra che ti pronunciano

sorge il giorno dopo la notte

Dal silenzio nasce il sudore degli dei

per creare mondi dalla calma dei pozzi

che trascinano il tempo e i luoghi perduti

 

cadaveri appesi al vento che li agita

proprio come il vuoto di un'anfora oscilla

dopo la loro rottura

 

il corpo è materia, poi larve

e poi terra che un altro uomo ingoia quando nasce

l'aria è acqua

Non è niente se guardi, è tutto se espiri

corpo che qualcuno porterà fino al limite esatto

dove il suono della parola non esiste

né la consolazione di pronunciarlo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2

 

 

ci sono diversi modi per capire

l'abbaiare di un cane:

                         la sua origine, l'istinto primordiale

arrivati ​​da sfere, piani ancestrali

Dalle foreste nascoste dietro secoli di polvere

                       

                         la sua intensità, forza

che accredita il grado di stima a chi abbaia

o furia, morte nella sua bocca

frizzante similitudine dell'alta notte dei poli

alito di corteccia bagnata

vento del deserto dove ululano

i nonni del cane precedentemente addomesticato

che oggi invade la casa con le zampe infangate

e sangue sulle zanne

 

                       il suo tono, lamentoso

come rintocchi tra le foglie secche

ingannando la sua preda:

il suo proprietario si trovava intrappolato tra le pietre e il ruscello

davanti al cane ha allevato, nutrito

accarezzato sulle coperte del suo letto

l'animale che non lo riconosce

o forse sì

ecco perché ringhia e abbaia

come solo

                      ultimo segno di misericordia

                    

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

3

 

 

colui che parla più di quanto dicono le sue azioni

si espone al disprezzo dei profeti della vita

 

notti desiderose di movimento

giorni abitati dalle mani con i gesti

correndo da una stanza all'altra dell'edificio del mondo

 

chi parla meno di quanto agisce

si espone al ridicolo dei difensori del discorso

 

creatori di idee, schemi incorniciati in parafrasi

poi ipotesi, dogmi finali

incorruttibile, immune da verifica o errore

 

ma entrambe le posizioni negano

del pensiero la sua origine

che nasce e muore prima del suono

 

Cos'è, se non ciò che arriva nelle notti insonni?

strano e insignificante, appena percettibile

come un cigolio o uno sfregamento nelle orecchie

quando guardiamo la luna l'ultimo giorno di dicembre

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

4

 

 

quello che parla come un bambino

conserva l'origine della prima parola:

                          il grido del vecchio prima della morte

                          l'urlo dell'uomo dopo l'omicidio

                        

schemi invertiti come la superficie di un lago

lottando per conquistare la mente dell'uomo

che inventa segni per gli oggetti

piovuto dal cielo o emerso dalla terra

 

non le mani né il pensiero

ma qualcosa di primordiale

sfuggenti come le mosche dell'istinto

e solitario come un dio che ha dimenticato

il tuo nome5

 

 

parole come pietre nelle orecchie vergini

olio bollente sul fuoco dei discorsi di battaglia

 

ascolta e sposta lo sguardo verso chi dice

sentenziano, declamano

perpetrano crimini verbali

risorgere dal letto di morte

e continuano a parlare

Guardano fuori dalle finestre mentre seguono il percorso della strada

 

parole che cantano inni di verbi

come le foglie perse dalla borsa del giardiniere

e spazzato via dal tempo diventa un temporale estivo

estate dimenticata l’autunno successivo

stagioni che Dio stesso tende a dimenticare

 

il silenzio è la sorgente delle parole

vento fresco che costringe a chiudere la finestra

affinché le idee non vengano cancellate

 

il silenzio è finalmente una parola

muto, forse mormorato

scritto con le dita

nella polvere del rumore

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

6

 

 

l'ombra delle cose tra i corpi

manovre di luce sulla superficie delle cose

come il dolore di una pietra contro la fronte

 

lettere concatenate che costruiscono

grandi condomini vuoti

dove un unico portiere

ripetere sempre la stessa parola

 

la lingua come un coltello

che taglia i tendini della realtà

e cuci le corde a tuo piacimento

di un nuovo processo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

7

 

 

le cose rivendicano i loro nomi

scompaiono senza uno sguardo

i sensi li formano

il pensiero dà loro significato

 

procreano famiglie di membri sottomessi

o ribellarsi alla mano dell'uomo

-così come l'uomo a volte nega il suo Dio-

 

ma le cose hanno paura

abbracciare il creatore

Lo sanno quando il loro padre è morto

la materia che sopravvive è cibo del tempo

e i loro nomi sono una sostanza per l'oblio

 

 

 

 

 

 

 

 

8

 

 

chi può dire che la sensazione

essere più di una parola che cresce sotto la pelle

nelle sinapsi che trasportano i concetti

alle terminazioni nervose delle guance e della bocca

dove nascono frasi d'amore esalate al profumo di menta

                                 o odio con alito ammoniacale

                  

e la risposta dell'altro provoca più sinapsi

nuove divagazioni del sentimento esplorato

che gridano come una radio accesa e abbandonata

in una stanza con oggetti ricoperti di polvere

 

chi dice che il cuore umano

Non è altro che un libro aperto dal dorso

                  delle arterie rotte

le parole scorrono come sangue

 

 

 

 

 

 

9

 

 

quando parliamo di ordine e caos

da quale dei due è nato per primo

dimentichiamo di considerare che il muscolo

-cambio costante delle parti morbide

cellule che nascono e muoiono in ordine casuale

circonda l'osso quasi eterno

 

a volte quel centro si espande

e incorpora elementi di caos

si comporta come un acchiappabambini

che crescono nella loro nuova immobilità

vecchi intrappolati nel tempo

 

l'ordine è solo un momento di calma apparente

doloroso come tutto ciò che nasce dal vecchio osso

aria fredda che soffia nei corridoi

 

 

 

 

 

 

10

 

 

il contrario delle cose

comporta il suo contrario

e l'inverso a volte è giusto:

 

                         il mondo è un cerchio con un raggio

                         che occupa poco più di tre parti del suo perimetro

                         più un resto, residuo algebrico o errore di pensiero

                         il cui numero infinito è una crepa nella sfera

                         attraverso il quale penetra l'arbitrario

 

                         gioco di specchi logici gratuito

                          principio di distruzione

                          contrariamente all'ordine delle cose

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SEGA. Lettere di Amleto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1

 

 

qualcuno ha detto - forse il dio che ci ha creato -

che ci sono più cose in cielo e sulla terra

di quanto possiamo immaginare

morire, dormire, perfino sognare

Sono privilegi che la carne

non sempre è possibile ricevere

né sa come usare

 

i vermi del pensiero

offuscano lo sguardo di chi vuole vedere

quando il mare si ritira

e restano gli scheletri delle parole

a cui il dio poeta

non riesco a purificare il dolore

non ne vale nemmeno la pena

 

dietro ogni lettera

vive un leone dalla fame insaziabile

e non è pazzo

ha la crudeltà della sanità mentale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2

 

 

lei sa che l'amavo

più di mia madre, anche più di mio padre

era mia sorella

La mia mano sinistra

il mio occhio destro

gli ulivi sul fiume

 

Deve essere entrato in convento il giorno in cui gliel'ho chiesto.

Ora è circondato da acque che cadono come voci vergini

perso per sempre nei miei pensieri

 

perché se ne va

Ofelia scompare dalla memoria

-anche se il tempo qui passa così lentamente-

e l'amore non è più quello di prima

dolore ed estasi

è veleno

prima dolce, poi insapore

e senza bellezza

 

 

 

3

 

 

tutto muore

alla corona di mio padre

si sta perdendo sulla terra

ma è il mare e sono le onde

che corrodono il metallo prezioso della sua architettura

struttura della tua anima

 

Io, tuo figlio Amleto,

Sono un verme che mangia la tua carne

proprio come ha bevuto il sangue degli invasori

Io sono il chiodo che ha perso nella battaglia

e la polvere tra i capelli

la mosca si appollaiò sulla sua corona

quando si cammina attraverso il campo dei morti

 

ma non dirgli niente, Horacio,

Papà sa che mi manca

come qualcuno che aspetta il suo uomoo perso

rinascere

 

Avevo dei ragni in custodia

pecore tristi, cani che mi hanno morso

e non potevo nemmeno mantenerlo

 

Senza figli l'amore dell'uomo è annullato

un numero zero fatto di cannucce

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

4

 

 

dillo a Yorick

quando morirai e lo vedrai in paradiso

-Sono all'inferno con il nuovo re-

Mi manca il suo viso truccato

il suo sorriso perduto

il giorno in cui mi prese il collo con le sue mani

e ha chiesto: hai paura di morire?

 

digli di ignorare le parole del becchino

Il suo teschio riposerà davanti allo specchio della mia regina

così potrà vedere come andrà a finire

mentre si posizionano polveri su polveri

e allora non riderò

 

ma ascolterò ancora tra le voci della mia colpa

la bella, terribile risata

da Yorick il giullare

deridendo la tragedia della vita

 

 

 

 

5

 

 

i bambini sono steli ciechi

di grandi banchine che combattono le onde

un giorno dovremo bere lo stesso sale

e guardarci nello specchio del padre

Il suo corpo ha anche la struttura dei vermi

 

se la volontà talvolta produce ragni

ed è un liquido puzzolente sotto i gusci di pelle

come il sesso nascosto per vergogna

sedersi davanti alle onde per costruire con il pensiero

colui che verrà a cercarci

Forse è meglio che morire di spada

prima dei trent'anni

senza sapere cosa sia un figlio

né come baciare le guance di un morto

 

 

 

 

 

 

 

6

 

 

uccidiamo con significati diversi

le offese contro i vili sono perdonate

ma si condannano contro i fedeli

seppelliamo il pugnale nella carne

sentiamo l'aroma dei denti dei morenti

e non ci abbandona finché insieme

espiriamo il respiro in faccia

dal successivo della catena

 

uscire a combattere

con grida furiose, come strilli di uccelli

che si contorcono nelle mani del cacciatore

Non è la stessa cosa della rabbia.

che divora le anime dei codardi

 

becchini e morti

dividono il mondo

 

 

 

 

 

7

 

 

cos'è un nome

Ho il suono di mio padre come emblema

ma non la testa e la barba

gli occhi azzurri nel volto nobile

ultimo re che nacque senza dolori

e sposò l'uccello che disturba i sogni

 

un nome può diventare una carogna

quando lo pronuncia il becchino

puzza di feci se la persona che lo indossa lo ha rubato

-un dono cessa di essere tale quando non è meritato-

ed è un cucciolo dalla volontà idiota

 

il nome diventa bersaglio di dardi iniqui

nelle mani della storia

e non ne vale nemmeno più la pena

il piccolo dolore mentale

dello sforzo di ricordarlo

 

 

 

 

8

 

 

le onde sono anime sofferenti

colpendo la costa

dove cerchiamo le ossa

che spiegano i canti notturni

 

le onde scoppiano, si infrangono

poi ritornano di nuovo in forma

ma le gocce sulle pietre delle torri

Si uniscono e creano esseri di carne

 

parlano, questa è la cosa peggiore

si può sopportare la propria voce

ma non quella voce si trasformò in morta

che tornano per darci altro lavoro:

il nostro e quello che loro non potevano fare

 

 

 

 

 

 

 

9

 

 

Non ti dedicherò una lettera, mamma

solo un epitaffio e l'oblio

rimpianto e veleno

in bicchieri che non sapevano come evitare

la morte del regno

 

far tornare indietro il tempo

invertire il silenzio mortale delle spade

la tua bocca

ulcera dove affondano

le dita di pietra degli uomini dal tuo letto

 

tu sorvoli

come un uccello da preda

dare consigli per uccidere

il ricordo di mio padre

ma ci sono cose

che non puoi strappare dal corpo di un uomo

granello di polvere e macchia che non si cancella

un'ultima traccia di orgoglio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

10

 

 

È buffo come si facciano le vittime

coloro che non desiderano diventarlo

o forse la piccola ombra nascosta

annusare l'odore dei ficcanaso

 

Non mi scuserò, caro Polonio, per la tua morte

il mio rimorso è pagato

con la follia della bella Ofelia

 

padri e madri

scrittori burattinai

delle nostre azioni

 

A volte mi chiedo

Altrimenti sarebbe meglio ucciderli

siamo appena nati

il dolore della sua assenza

Sarebbe più sopportabile del risentimento

 

 

 

 

undici

 

 

Rosencratz e Guilderstein non esistono più

Li ho consegnati alla foce del mare

Hanno detto che erano miei amici

ma erano buchi corrotti nelle ossa del regno

 

Ho visto i loro occhi quando si sono avvicinati

dicono i loro sorrisi

va tutto bene, non preoccuparti

non c'è dolore se sono le mani di un amico a uccidere

 

che metteranno le mani sul fuoco per un altro uomo

in questo regno dove le barbe

Sono maschere su volti morti

 

guarda i tuoi cani, Horacio,

ti morderanno se li ferisci

ma si getteranno nel fuoco, se così ordinerai

 

 

 

 

 

12

 

 

i soldati combattono

Maneggio versi sui fantasmi

 

gli uomini muoiono tra le spade

Parlo di amori che marciscono

 

scoppia il fuoco della guerra

il mondo si dissolve nella terra e nella pioggia

i cadaveri crescono come vecchie feci di cane

 

Simulo e gioco nella follia

Allevo vermi nella mia anima

Scavo nelle ossa di mio padre

 

c'è qualcosa che puzza di marciume

forse è il corpo di Ofelia

servito su un tavolo

alla portata delle nostre vette

mentre arrivano le voci e l'aroma

degli uomini che combattono nei campi

quell'odore vergine di alberi morti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

13

 

 

ciò che inizia male

Non può finire bene, mio ​​caro Horacio.

So che queste lettere sono pesantie ti ho sopraffatto col mio dolore

 

Lascia che ti dia un abbraccio e un bacio sulla guancia in cambio.

lascia che il tuo petto tocchi il mio

e cadono le fanfare delle tue preghiere

come cani selvaggi nell'oblio

 

tu sei l'uomo che unirà i tempi con le sue mani

 

i muri cadranno

i campi continueranno a riempirsi di morti

ma la memoria

è sempre più persistente dei ratti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

VII. Minotauro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1

 

 

Il filo di Teseo è sottile

come la convinzione umana

 

la bestia sente i sussulti spaventosi

ringhia e si lecca soddisfatta

quando il filo si spezza

 

l'uomo è solo

le urla della sua amata alimentano il fango

sui muri di pietra della notte

cielo vuoto con stelle di ghiaccio

 

La bestia lo aspetta ad ogni angolo

Lo sa anche se riesce ad ucciderlo

non tornerà a casa

paradosso che non può essere spiegato

lui, che aveva tanta fiducia nella sua forza

 

come un fiume

il labirinto lo trascinerà con la sua tristezza

verso il centro, fossa nera con denti

bocca che avanza sempre

anche se non si muove

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                      2

 

 

un essere che è nato deforme

Camminò tra i begli uomini della campagna

Lo hanno minacciato con asce e zappe

i cani abbaiavano per le strade

i bambini lo lapidarono in un coro di insulti

i giudici lo rinchiusero e lo frustarono

non senza punizione qualcuno può farlo

cammina sul tuo volto morto

 

vide il teschio sotto la pelle

nei volti di chi gli parlava con il fiato imbronciato

orrore di coloro che resuscitano ogni mattina dal sole

poi la creatura

Stava alterando maggiormente le sue forme

 

È così che ha acquisito il suo corpo definitivo

e si nascondevano negli scantinati come labirinti

dove mormora il nome

che la madre non sapeva dargli

per non aver trovato nulla di simile al suo orrore

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                      3

 

 

Teseo

ascolta i passi del Minotauro

scava con le mani nei muri di fango

 

quando incontra la pietra

taglia una gamba

-ha già rinunciato all'infinito

spazio di giri e piegamenti-

e con l'osso erode la roccia

lentamente e disperatamente

 

ma anche il muro è fatto di osso

e non può penetrare

gamba e cranio si riconoscono

 

Teseo

ora è la sostanza del labirinto

contemplare il suo volto sulle orme della pietra

mentre ascolti i gemiti della bestia

gli echi della tua stessa voce

negli angoli del cervello

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

4

 

 

fruga nel cesto della lana

scegline uno tra tanti

Teseo la guarda e si chiede

Perché non ha scelto quello più lungo?

Non dice nulla quando la vede allacciarsi l'estremità al dito.

 

la bacia per l'ultima volta

senti come gira la palla

scartando il centro

dove l'altra estremità aspetta come un cane addormentato

si gira ancora una volta

sembra un ragno

l'odore della tua pelle ti accompagnerà

fino a confondersi con terra e zoccoli bagnati

l'odore del Minotauro

 

il filo azzurro continua ad aprirsi

a volte si blocca negli angoli

Teseo lo scioglie

Osservando ogni possibile movimento della bestia

il filo si stringe

Non lo forza, ma continua a perdere peso

si fa sottile come l'urlo di un annegato

 

flussi di vento

odore di cadavere nei corridoi

non vede le proprie mani

ma sente l'anello di lana al dito

e la rottura, il taglio

la morte del legame che non lo accetta più

e ha deciso di cancellarlo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

5

 

 

tagliare la testa del mostro

salvare il mondo dal suo assedio

ti perderai, dice

"No, se tendi la mano", dice.

i tuoi capelli sono fili di lino

che mi terrà nell'oscurità

ma sa che salvare il mondo

è ricostruire

ciò che ha baciato

dietro quella faccia c'è il segreto

nei labirinti del viso

andrà alla ricerca del Minotauro

 

il respiro della sua amata è fetido

ma la pelle del sesso lo riscatta

orifizi come vasti canali senza uscita

(se la pelle è una barriera insormontabile

se gli occhi sono lunghi inganni

deve esserci un sito di ingresso

scoprire come navigano le navi

mari incerti

costruire mappe, guide

schemi, livelli di valore, percorsi aziendali

verso la bocca che pronuncia la morte

con aroma di spezie)

 

"Vai ed entra", dice.

la palla sarà rossa

Lo terrò nella mia pancia

e si tuffa nel vuoto

come qualcuno che fa il bagno nel sangue

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

6

 

 

cieco all'orrore di fronte alla bestia

Allungo le braccia per sentire il suo petto irsuto

 

Non lo guarderò in faccia

il corpo e le cosce di un toro

Non saranno in grado di spostarmi, ma lo faranno

la triste rivelazione della follia nei suoi occhi

 

Gli premo la testa tra le mani

Lo giro con un colpo deciso e veloce

il mostro non si difende

Mi accarezza nella sporca culla della sua caverna

legato alla solitudine e alla pietra

 

sprofonda tra le mie braccia

più alto di me

ancora più pesante dell'intero labirinto

con le sue mura morte

la creatura cade sulle mie spalle

ed esala il suo gemito fecondo

seminare rimpianti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

7

 

 

all'ingresso del labirinto

Ho ucciso la mia amata

Gli ho aperto il petto con un'ascia

e gli ho strappato il cuore

Ho continuato la mia strada attraverso corridoi grigi di nebbia

fumo di pelle secca

che il Minotauro brucia ogni notte

 

Ho camminato con il cuore in mano

grondante sangue a segnare il ritorno

non fili di lino

carne crudaquida cosparsa di schegge

punti di ossa che mi fanno male alle spalle e ai fianchi

nudo

Cerco il centro oscuro dove la bestia aspetta il suo cibo

 

non il mio cuore

né la lenta crescita della mia specie

ma il vecchio tronco umano

la cavità sempre vuota

origine improbabile dell'amore

la rabbia che scorre dal caos iniziale nel petto ventoso del mostro

battere come il ghiaccio che si rompe in torrenti d'acqua gelata

 

la bocca non è un caldo rifugio dall'inverno

è un abisso

dove un centinaio di donne incinte

Osservano Teseo avanzare

come sacerdote sacrificale

portando il cuore di sua madre

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

8

 

 

un labirinto

cassa di risonanza

di voci che gridano invocazioni di aiuto

-alcuni pregano

altri tacciono

e sentire il rumore del fango-

 

un labirinto non è una tomba

è terra

tomba rialzata davanti ad uno specchio a tre facce:

il volto che contempla il mondo con le spalle al passato

l'occhio di Dio

riguardo al buco nel cranio

guardando come l'uomo

si perde nei labirinti del cervello

mentre cammina per i corridoi vergognandosi

 

c'è un solo ingresso

nessuna via d'uscita se non il Minotauro

può offrire con le sue membra deformate

solo negli occhi piccoli

come corridoi lunghi e impenetrabili

c'è una bellissima luce irraggiungibile

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

VIII. Impressioni sulla pena di morte

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1

 

 

quando il corpo è appeso a una corda attorno al collo

i muscoli si tendono

per evitare lo strappo del pensiero

fili di idee in cui l'uomo

cade a pezzi mentre muore

 

ma prima il corpo si difende

le mani si stringono come le unghie dei gatti

graffiando l'aria che respirano i carnefici

 

nella pelle del prigioniero

le venature sono fiori trasparenti

brillano alla luce del sole

i giudici sono offuscati

per non ridere lo abbiamo punito

 

in bocca al giustiziato

segui quello strano gesto

la gola legata in un nodo di stracci

soffocando le grida di resistenza

 

poi la risata silenziosa

smorfia parodica su una fronte rugosa

e il corpo che ondeggia al vento

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2

 

 

la ghigliottina brilla nella luce del mezzogiorno

i tuoi occhi guardano il mondo dietro la tua testa

che ti senti tagliato e caduto

 

come le beccate degli uccelli carnivori

senti gli strilli

e vedi l'ombra delle sue ali attorno al patibolo

 

la voce del boia rode l'aria che respira

e il suo respiro, benché umano, non ti consola

è più di un semplice uomo

È carne e il suono della foglia che cade

 

sei già da qualche altra parte

nel cestino di cui non vedrai mai il fondo

perché è terra

ed entrambi

-terra e ghigliottina-

non si permettono di guardare indietro

 

 

 

3

 

 

 

le mani tengono il manico dell'ascia

braccia larghe come il corpo di un bambino

spalle come pulegge di una macchina

e per di più la testa racchiusa nel cappuccio

 

dovresti vedere l'ascia solo mentre cade

senti il ​​freddo dell'inverno sulla nuca

non la neve, ma la grandine del primo mattino

poi il bruciore intenso

pari a migliaia di formiche che scorrono nel tuo sangue

ragni e vespe che mordono la pelle

senza che tu possa metterti una mano dietro la schiena

 

ma la tua testa non ti appartiene più

quell'urlo che senti viene dal cesto di paglia

affrontare ciò che resta del tuo corpo

 

il boia raccoglierà la testa

avvolto in un panno freddo che non accarezza

Fa male come quel singolo colpo di tua madre

il giorno in cui sei tornato a casa

dopo aver ucciso per la prima volta

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

4

 

 

mi prende la mano

Ha l'odore degli ospedali

Mi accarezza la piega del braccio con del cotone

una puntura con il ricordo della cocaina e dell'infanzia

ti farà dormire dolcemente

ma adesso fa male, brucia la pelle

non il sangue, mi taglia le ossa

 

dei che mi guardano morire da dietro le finestre

porta via il dolore degli alberi che cadono

dei di misericordia che non restituiscono l'infanzia

 

mi riporta nel piccolo mondo

dove non ci saranno iniezioni né rimedi

né la prevenzione o la punizione hanno significato

tutto lì è vita o morte

perché non ce ne sono di indecifrabili

mezzo alla legge

 

 

 

 

5

 

 

seduto nella camera a gas

mani legate e benda

inspira ed espira lentamente

                       lascia che non ci sia dolore

ma un dolce dondolio dell'anima

 

come avere un cuscino sulla faccia

Nemmeno il dolce odore può fermare la paura

 

Tremo con il vento freddo

che ricrea le forme del passato

Ma non ho più paura nemmeno di questo.

È il futuro che non esiste

la definizione disperata

non sono più

 

 

 

 

 

 

 

6

 

 

pulsantiere ad alta tensione

cavi che trasmettono corrente

verso una sedia comune rafforzata

e seduto: lui

un uomo solo con una benda sugli occhi

che avrei rifiutato se avessi potuto

perché vorrei vedere qualcosa di più del buio

prima del buio

 

Sa, gli hanno detto, che ci sarà solo quello

e vuoi continuare a vedere la luce dei tubi

simile a quello in quella stanza

dove dormiva, faceva l'amore

e leggere tre libri a settimana

 

ora gli uomini lo guardano

non c'è più tempo dicono, non c'è più

ascolta il clangore della manopola

potenziale crescente in senso orario

 

resta solo la luce nella stanza della morte

e l'odore acre

di carne bruciata7

 

 

i gestori sembrano apostoli di Cristo

raccogliere il corpo

Lo avvolgono in una borsa nera con chiusure

Puliscono i resti della carne attaccati alla sedia

 

si proteggono con le mascherine

ma ne sentono sempre l'aroma

che ti penetra la pelle nonostante i guanti

e c'è l'odore dell'esecuzione

 

C'è profumo di casa vecchia e di muri umidi.

di corpi che ritornano nel luogo in cui sono nati

delle lenzuola, viscosità dello sperma e del sudore

 

quando i manager finiranno il lavoro

Porteranno l'odore dei morti nei loro letti

 

 

 

 

 

8

 

 

Non è paura o dolore

né repulsione al crimine o al dovere giurato

È un suono che a malapena osiamo riconoscere

tanto meno contraddire

lo nascondiamo con parole forti

sembra un tuono incessante

e veniamo alla luce perché chiarezza

ostacola i tentativi di angoscia

 

ma qualcosa scricchiola e si rompe sempre e apre le crepe

dove escono odori mascherati da rabbia

echi che la pietà giustificherebbe

per mancanza di maggiore saggezza

anche se non i giudici

 

sentono i propri echi

nelle fessure dei loro corpi sotto le tute

nel profondo petto infossato dietro la cravatta

sentono la stessa cosa che condannano

 

 

 

9

 

 

la misericordia appartiene agli uomini

la misericordia degli dei

concedere misericordia non è commutare le sentenze

Così la intendono coloro che parlano di diritto

 

Non diamo misericordia perché non siamo dei

condanniamo a morte per la legge del taglione

che non muore mai con il tempo

È l'essenza del tempo mentre attraversa la terra

dove la misericordia non arriva

nonostante la misericordia di una coppia di bambini a cui sono morti gli occhi

 

coloro che non vedono sono capaci di pietà

chi non odora può odorare

il profumo del paradiso

nei corpi degli altri

 

La legge ha il filo del coltello che non si spegne

 

 

 

 

10

 

 

i chirurghi scendono al cimitero

Scavano come becchini che resuscitano i morti

sciolgono le corde del boia

Portano alla luce pugnali per infilzare i bisturi

Esplorano le cavità dell'uomo

non per il futuro ma per la conoscenza

la tragedia scatenata dalla passione delle viscere

arterie e vene che portano ai vermi

dal primo giorno di vita all'ultimo giorno di nulla

 

È il sangue della terra e la polvere della roccia e del legno

dove crescono le larve che si trasformeranno

carne nelle feci

poi nello sporco e nella polvere

che nemmeno il vento vorrà portarci via

 

chirurghi e medici

ultimi sacerdoti della cerimonia

che alcuni chiamano espiazione e altri legge

non gli avvocati o i giudici

ma la scientifica vedrà di che sostanza

gli uomini sono fatti

 

e la conoscenza rimarrà nelle loro menti

forse in libri che nessun altro leggerà

perché la vita dei morti

È tollerabile solo se ricoperto di oli

profumato d'incenso

e vestito con la parola

Risurrezione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IX. campo di rame

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1

 

 

 

Cerco ciò che resta del tempo

ritagli di ricordi fotografie

dolce spuma di oliva

attracca nei pomeriggi marcati

per il desiderio che non arrivi mai

il ritorno in città

l’idea insopportabile della vita che non può essere riscattata

ma si perde nelle lagune con fondali sabbiosi

eventi dell'infanzia

nella sabbia bagnata e profonda

vongole che aprono il guscio e tirano fuori la lingua

trascinando i corpi verso la sepoltura prematura

 

dimmi che non sai come ribaltare il passato

Non ci sono risposte che resistano alle parole caricate

con punte di aghi al vento

la memoria è tutt’altro che durata

 

Fermo il tempo sul tuo viso, sui tuoi vestiti ottocenteschi

la risata inconfondibile di tua madre quando sei nato

i tuoi insegnanti che hanno imparato a lanciare parole

nella scuola dei soldati romani si perpetuarono le accademie

nei templi che oggi occupano lotti liberi

nelle città abitate da croci, sirene, fuochi fatui

 

qui in questo momento con aromi di caffè

e giungle nascoste sotto rampe di storpi

Ricordo i tuoi ricordi nei vecchi libri

donne idilliache che esistono solo nei tuoi occhi e nelle tue parole

in reti di ruscelli-libri che alimentano i semi

che vivono ancora nei cieli delle pagine

sentieri dove la pioggia delinea la forma del tuo corpo invisibile

 

la stessa cucina dove arde il fuoco gela di notte

con il vento marino che colpiva le finestre

e le candele di fuoco e di stoffa ondeggiano

sventolando le braci che illuminano qualcuno seduto

con le gambe intorpidite, collo dolorante

maledicendo l'arte suprema della tua arte per il ricordo e la narrazione

due mondi negli schemi:

il tuo molteplice che si ricrea in linee parallele

l'altro incomunicabile come gli scogli nel mare

 

da quelle acque vengo

dalla lettura passata sono una delle tue cellule

il lato più insipido della carne, né merito il colore dei tuoi occhi

Non ne ho la forza

avanzare attraverso le onde fino alla spiaggia

sopravvivi ai tuoi personaggi risorti per affondare

affogarti, vinci la tua vanità da dio poeta

il calamaio si rinnova grazie alla caduta dell'acqua

Dal cielo-cervello che sanguina in grumi disciolti

 

diapositive che ho visto all'età di dieci anni, ho pianto all'età di quindici anni

Bugie rumorose quando avevo vent'anni

sognato dacosì a lungo, che sembravano vere

insistere, conformarsi

È tutto

la felicità è sempre più improbabile

L'auto gira in curva, i fari sulle spiagge

risate dagli shock, urla dalle ossa corrette

come correggere parole banali

in poesie seminate nella luce di una lunga estate

perché l'inverno è stato rinviato

fino alla fine di un tempo sconosciuto

in un luogo che sarà determinato da quegli esseri che chiamiamo

bambini-personaggi-dei

sistemi divergenti che ti chiamano e chiamano me ogni notte allo stesso modo

l'antica ora dell'alba, un secondo lungo quanto l'oscurità

 

quello da cui veniamo: mare, acqua, aria, terra

anche se penso che la terra sia il cemento del cielo

e il mare l'unica bestia capace di riprodursi ancora e ancora

senza rimpianti, stanchezza o dispiacere

il mare può essere freddo come il futuro, un giorno di fallimento

e la pioggia simula precariamente la dolce sferzata dell'acqua salata

la trasformazione del corpo in acqua verso l'origine del nulla

 

il passato sempre un passo dietro le spalle

così immenso lo spazio della memoria, colorato

luminosamente ornato di profumi e spezie

e noi

come semplici larve cieche

senza mani per prenderlo

né gambe per tornare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2

 

 

in un bar di Buenos Aires

All'inizio di settembre la vedo passare

Non so se sono i miei occhi a ingannarmi o la pioggia

ma il suo corpo non è stato deformato dai bambini

né i suoi capelli grigi o la sua fronte rugosa

con i dolori di un marito che non ha mai meritato

perché mi stava aspettando proprio quel pomeriggio tra le foreste

mentre gli autobus aspettavano di ritornare in città

 

rimane meravigliosamente statuario, freddo e angelico

come quando guardavo i suoi capelli e gli davo le forme che amavo

sebbene fosse un'altra dietro il velo scuro del suo sorriso

resta bella nonostante me stessa e la mia assenza

 

Quindi penso che le donne che hai creato non siano nate nei tuoi libri

ma nella mente del primo uomo nelle caverne

sotto una montagna dove i fiumi scorrono tra trilli

canti e risate di donne scosse da brividi

Aspettano e dosano il flusso del maschio

sfumato come un animale schiavo al tuo servizio

 

a volte mi sembra di vedere forme orribili

dopo quei corpi nudi che ti fanno impazzire

e disturbano la serena pienezza dell'uomo come ragione e logica

cammino lento tra i sentieri scelti

(ma si coprono con la follia che provocano

Il destino è bello come il sole estivo

acceca, crea secrezioni e lingue

dove non c'è altro che erba e terra asciutta)

 

Ora che ci penso, Inés esiste

la bellissima Inés dal sorriso completamente orizzontale

l'amico fedele che è lo stesso nel sesso e di giorno in pieno sole

vibra nelle ultime pagine del libro mentre punta verso il cielo

(Se vuoi parlare con gli altri, non lo so e nessun altro può saperlo.)

La maschera della donna è un volto incerto e triste come quello di un giudice supremo

Importa sempre cosa pensano, cosa dicono, cosa fanno

nel cielo di settembre o sotto la pioggia di luglio sul marciapiede)

 

appaiono da non so quale luogo

partire non molto tempo dopo

e dire:

dio, uomo-dio

se ne vanno senza scintillii

se ne vanno e basta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

3

 

 

quando l'insegnante ci ha chiesto di scrivere di noi stessi

Immaginavo un futuro non troppo lontano, dove fosse assente anche la paura

 

come sempre quando ciò che viene proiettato è ad una distanza probabile ma incerta

Non temiamo ciò che accadrà la prossima settimana, ma ciò che accadrà stasera

Ed è così che ricordavo la famiglia che avrei avuto, se avessi osato essere come Copperfield.

la cella che mi hai messo in mente, su un libro di disegni che dura ancora

come quelle macchie di insetti sugli schermi della televisione e delle lampade

segni indelebili che persistono e costituiscono la sostanza di una casa

 

qualcuno avrebbe dato il proprio regno perché un cavallo sopravvivesse, se ricordo bene

So che molti darebbero il proprio passato per quel futuro nato in un giorno d'autunno

in un'aula con finestre sul parco giochi

godendosi per la prima volta un compito improvvisamente piacevole

bello come un tesoro ritrovato senza obbligo di restituzione

e soprattutto salvo prestarlo, unico, non cedibile

incompreso dagli altri e quindi nascosto

due tesori in un pomeriggio, forse era troppo:

La famiglia del futuro

pensare come piacere

 

La mia famiglia di tre figli aveva il modello del tuo viso e abiti ottocenteschi.

con ambientazioni novecentesche, una televisione alle strette sempre accesa

un'auto e una vacanza al mare ogni estate

Molto più tardi lo schermo si riempì di cibo lanciato da mani arrabbiate

pareti con carte scrostate e alcune ossa rotte

la solitudine si stabilì in casa

e la strada era un criterio noioso

per misurare la distanza che mi separava dall'invisibile

 

si passano le notti a creare insulti

per non sentirsi isolati, rifiutati

sorpreso da quelle strade che all'improvviso

decidono di eliminarci

Tutti mi guardano come se avessi sul viso l'espressione di una scimmia crudele.

cercare vittime nei bambini e perversione negli uomini soli

ciò che vedono gli altri non lo sono, oppure sì, lo sono e non mi vedo

gli specchi non sono libri, ma pozzanghere di acqua sporca

immagine che riconosciamo come particolarmente familiare

il passato fedele a ciò che non sapevamo vedere

cambiato la memoria del futuro

trasformato in qualcos'altro

diverso dallo spirito di cui ci si vanta

come se fossimo dei perché una volta

abbiamo toccato lo scheletro felice dell'origine

 

la rinascita è l'obiettivo

bambini che continuano non la specie

ma la fame che ci porterà alla singola comunità

la morte condivisa di due universi paralleli

che sono nati lo stesso giorno:

il mio irreparabile

l'altro incompiuto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

X. Kant o il laboratorio del pensiero

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1

 

 

cosa viene prima:

                         il soffio di alcuni occhi contro il freddo dell'inverno

                         o il tocco delle dita su un calendario strappato

 

mesi dopo l'inizio dell'anno

Luglio mostra le iniziali annullate dei neonati

 

Guardano il volto di dicembre in lontananza

ma il sole di settembre inganna l'occhio

vanta delizie che si sciolgono su un letto d'asfalto

 

bambini che parlano al cellulare

parole che simulano il contatto con la pelle

ma la polvere dell'inverno tocca le orbite

sotto la fronte bianca e ardente di febbre congelata

 

uomini che sanno di essere separati da distanze che nessun altro

Nemmeno i libri o i giornali potranno porre rimedio

o lo sfregamento della pelle di un cane o di un essere umano

lingue inutili, aspre, irritanti

 

la fiera e triste esperienza di dicembre

sembra il cadavere di January

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2

 

 

il tempo che muove le cose

oggetti in movimento ad una velocità ritmica

contemporaneamente a quanto segue

 

il tempo non gira né passa

È un fenomeno delle cose

 

il ragazzo è un vecchio a seconda di chi osserva

Dio è un orologio senza lancette

che non si ferma mai

 

indovinate l'ora, ci dice con la faccia

dove ti trovi, lì morirai

 

siamo qualcosa perché la nostra pelle invecchia

bella sintesi del pensiero empirico

che intende alleviare

il dolore che l'anima ha sempre conosciuto

 

 

 

 

3

 

 

questa finestra nella mia stanza

è qui

oppure la finestra sono io

guardando i cani che passano come messaggeri

da sinistra a destra?

 

Sono il vetro che riflette uno spazio

su lastre negative

che invertono il colore dell'anima

convergente divergente

                             ciò che si vede è dentro

                             l'invisibile fuori

 

passano i cani

vento che solleva polvere

di antiche rocce vulcaniche

cani che portano le montagne sulla schiena

verso il centro della mia anima

sulla linea dell'orizzonte

 

 

 

4

 

 

con una manciata d'erba tra le dita

ti chiedi:

                       l'erba è più eterna

                       che il mio corpo o la mia anima

 

ma poi l'oggetto del dubbio non c'è più

il vento mi ha lasciato la mano vuota

 

Sono il creatore di ciò che toccano le mie dita

lo spazio del mio cranio

Ha le dimensioni di una noce spaccata.

frammenti allineati sulla striscia del tempo

 

la vita è una cosa che la ragione disintegra,

come un vivisettore, nei concetti e nelle spiegazioni

per cambiare la disperazione del nulla percepito

-dove le cose sono pezzi di memoria-

per il desiderio di vedere i contorni di quel nulla

come una manciata di erbe

 

 

 

5

 

 

il tempo non è uno

Sono linee parallele e incrociate

di una geometria simile al caos

 

disordine come concetto fondamentale

per comprenderne le regole

 

come concepire una costruzione

che non ha tre dimensioni

ha

subito

forza gravitazionale e centripeta

qualcosa del genere

come il vuoto dell'aria nel mare

la caduta di una roccia dallo spazio

cosa hai aspettato?

migliaia di anni luce

quell'impatto

dividere in frammenti i bambini morti

 

pietre di simultaneità

su cui gli uomini puntano

Cercano di introdurre leggi passate e future

formule che incoraggiano il tempo in cui vivono

non meno morto del passato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

6

 

 

davanti all'oggetto

un argomento delicato

e la comprensione come rivelazione

di una logica trascendentale

concetti che vanno oltre

di semplice contatto tra le parti

 

scomposizione delle sue formule

non esporre alle fiere

i membri particolari di un’estetica

-critico o condiscendente

contraddittorio fino all’assurdo

 

ma l'intuizione come zona

in cui pochi entrano perché è buio

a volte arido, altre freddo come il ghiaccio eterno

creando strade concettuali in acciaio

dove i treni bianchi corrono verso l'origine

 

seme della conoscenza

bloccato in un punto non restituibile

oblio tra le pareti di sangue

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

7

 

 

cosa viene prima

conoscenza per cogliere le regole fisiche con i sensi

o l'immaginazione per intuire gli oggetti nel tempo e nello spazio

 

tutto scorre in una sintesi di idee giustapposte

l'occhio sull'occhio che segue il movimento

di una mano sul dorso concavo del mondo

 

comprensione

elenco dei giudizi

coscienza empiricamente provata

 

se la definizione di stella

creare la possibilità di quella stella

forse il nome Dio produce il dio

 

 

 

 

 

 

 

8

 

 

condizione necessaria per la creazionezione del mondo

È il tocco di una mano profumata di oliva

 

ci sono più percorsi collegati nella sua trama

quello nell'intera cosmogonia immaginata dall'uomo

dove le idee vagano come vertigini negli abissi concettuali

definizioni che non dicono l'angoscia primordiale dell'origine

costruiti edifici vuoti

-con regole rigorosamente rispettate-

su aerei che affondano come fango

 

come spezzare allora una mano profumata

senza lasciare la sostanza libera nella sua espressione originaria

quel nulla che odora anche di corpi in decomposizione

 

 

 

 

 

 

 

 

9

 

 

C'è chi si arrabbia se qualcuno glielo dice

che erano altri prima di loro stessi

come accettare di essere stato un mendicante

un cane randagio

una donna morta di cancro

 

il tempo è un substrato persistente

tutto cambiava per un incidente di forme

 

il ragazzo che pensavamo di essere

è scomparso per sempre

l'uomo che ricordiamo

con tenerezza e una certa invidia

è sepolto da molto tempo

 

ogni dieci anni seppelliamo qualcuno

ad un funerale a porte chiuse

uno, solo, che guarda l'ora

come qualcuno che vede il paesaggio amaro

di una guerra che inizia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

10

 

 

fantasia e sogni non verificabili

confutare l'idea della realtà

il corpo intuitivo opposto al corpo motore

 

di queste grandezze sottratte al tempo

risulta zero

numero possibile dell'assoluto

dove tutto è il suo contrario

 

ma l'intelletto tollera solo il reale

e giustifica solo ciò che è necessario

colonna della coscienza

piattaforma di cemento

che si rompe nel tempo

 

 

 

 

 

 

 

 

undici

 

 

concetti senza oggetto

invenzione di cui perfino i numeri dubitano:

dimensione del sole

spessore del nocciolo in funzione della polvere che lo costituisce

 

lo sguardo del ragazzo quando guarda il cane

che dopo averlo morso fugge come un assassino braccato

la rugiada accumulata tra le pietre di una strada di quartiere

Anche a mezzogiorno, quando il sole splende in piena estate

 

quell'odore di cose vecchie ammucchiate nel cortile

il giorno dopo la morte del suo proprietario

vecchio che tollerava l'umidità della morte

finché non sentirai tra i denti il ​​peso del nulla

 

l'impossibile definito senza contraddizione

lo zero tra le crepe della quotidianità

vuoto come la brocca che ciascuno deve riempire

 

 

 

 

12

 

 

oggetti vuoti concettuali

paura forse

 

fino agli strumenti della mente

riuscire a misurare la capacità di una mano

per contare i metri di paura che nasce

con ogni nuova formula ed edificio costruito

 

lati come manici di pinze

tessuti per camicie di forza

pinza da dissettore per strappare i resti della morte

nei musei cimiteriali

 

nomi alternativi

in cui nessuno è d'accordo

cose definite dalla loro sostanza

in uno spazio che scompare quando si cancella lo sguardo

 

la fame come un solletico alle dita

vento come causa di febbre corporea

 

quell'angoscia disegnata sulla pelle imbevuta di formaldeide

che scorre e si ribalta quando i corpi vengono tratti dal nulla

riserva vergine di concetti e ossigeno

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

13

 

 

che sente i suoni dal suo letto

nella notte del giovedì di Pasqua

forse senti il ​​sospiro di un uomo

morì molti anni prima

 

lo stesso del gatto quando miagola

a mezzanotte di domenica

sa che il mondo finisce lì

ma non sono sicuro che ricomincerà

 

dubbi che sorgono

come chi nasce respirando certezza

che è vivo perché prima dell'inizio

la zona oscura esiste già

 

ciò che è dietro gli occhi è ciò che non si vede

intuitivo e indefinibile

fragile come una tazza di porcellana

rotto nella sua scatola mai aperta

 

 

 

14

 

 

oggetto vuoto senza concetto

rette parallele che formano un triangolo

 

nomi per il limite della comprensione

quando si scontra con l'abisso dietro la lettera

 

il nostro paradosso è il corpo

contenitore tra due nulla

zero prima dell'uno

il silenzio bianco dopo la parola

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

quindici

 

 

l'esperienza è la madre dell'illusione

Dovrei fidarmi dei miei occhi o delle mie mani?

Cosa sentono le mie orecchie?

 

ripetutamente

è stato per me il fischio di un treno

il grido di un uomo che cade

dal terrazzo di un palazzo

 

e ho visto la sagoma di un bambino spastico

sotto forma di corvo appollaiato a terra

 

possiamo assaggiare il sangue

quando si beve un bicchiere d'acqua

o generare un figlio tra le tue braccia

dopo aver venduto una culla vuota

 

 

 

 

 

 

16

 

 

la morte è fine a se stessa

il tuo giudice e il tuo dio

decisione e progettazione delle strade

Non rende conto a nessuno dei suoi affetti

 

la morte è un assoluto

che comprende tutte le possibilità

 

l’incertezza è il suo carattere intrinseco

perché se qualcosa è possibile

accettare anche l'impossibile

 

poi forse la morte

può tollerare la vita

 

 

 

 

 

 

 

 

17

 

 

Ho visto un pallone galleggiare nel mare

tutta la sua superficie bianca e liscia

non è stato possibile dire quale punto

toccato l'acqua a che ora

 

una cosa semplice che potrebbe essere scossa

come se fosse consapevole del riposo

il mare sembrava consapevole del suo dovere

e ha scosso la sfera come un padre

 

elementi separati

indifferenti gli uni agli altri

ma l'impressione reale era quella d'insieme:

sfera su una linea retta

 

Se tutto ciò che è semplice fosse capace di pensiero

E tututto ciò che pensa è un'anima indivisibile

forse l'anima della sfera

Ero grato al mare

 

 

 

18

 

Il cuore ha pilastri di tre tipi

alcuni attaccati a pareti di bronzo

altri con centri liberi come le corde della chitarra

i terzi aprono cateratte di sangue

 

pilastri di una cattedrale gotica

con echi nelle loro navi a quattro cavità

il prisma del cuore umano

nell'architettura barocca

 

il tavolo su cui scrivo

È uno spazio dei miei sensi

Io sono la tavola per chi guarda

 

lo spazio è in noi

come quel cosmo che abbiamo inventato

per raggiungere Dio in tentativi falliti

fruste che fanno avanzare le navi

                                           in mare aperto



Illustrazione: Roman Sustov

 

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