NUTRIRE LE MOSCHE
Ricardo
Gabriel Curci
PREFAZIONE DI GERARDO
DAVID CURIA
Sale nel segno
dell'eros
Ricardo trafigge il
linguaggio che ritorna nella sua perdita. L'assoluto è il contrario, una curva
nel senso che continua e manca. La ferita così lontana da se stessa.
È un bambino che gioca
nell'angelo con l'illusione della forma, il suo dubbio è certezza, cenere che
sboccia.
C'è un occhio nelle sue
parole dove l'ombra è tutt'uno con la luce e la tempesta è una pietra senza
peso. Vede la forza di un vuoto che costituisce la materia, come se al corpo
dovesse mancare un corpo per scoprirsi. Non c'è niente di più nudo di colui che
cerca e sfida la bestia che respira assenze. Il limite della morte con la vita.
Di silenzio in
silenzio, nella sua musica, l'enigma è il sale nel segno dell'eros.
“Quasi
nessuna verità, il vuoto di sentirsi sicuri,
per
essere debole anche tu e ammirare le mosche,
che
vincono tutte le battaglie, turbano l'anima
e
divorare il resto."
Alberto
Girri
I. Scienza
1
conoscere l'uomo
L'origine
il motivo
dell'irragionevole
nel sesso delle scimmie
melma di cane
cervello
di Cristo
sesso e muscoli
hanno creato l'idea
mani
hanno formato il mondo
2
gli occhi della scienza
vedono
uno spazio vuoto tra i
corpi celesti
sfere bianche
acqua scura
sporcizia dai magazzini
abbandonati
ma il sereno guardiano
nei sogni di
mattine fredde
Basta pensare
nella vertigine
gocciolare
spazio
che il tuo corpo occuperà
la
notte scorsa
3
ad un certo punto
tra la terza vertebra
e il cervello
inizia il dolore della
conoscenza
La velocità della luce
rompere le pareti di
carbonio
ecco perché le
scimmie
loro hanno anche
ricordi di Dio
4
bambini dalla testa
grande
come un sacco
non è acqua
ciò che deforma i teschi
né
il sangue degli abissi
mare oscuro senza
memoria
è paura
i neuroni crescono, si
moltiplicano
diventano
in piccoli mostri
quando aprono gli occhi
il giorno in cui sono nati
5
un numero per il tempo
È arbitraria come
misura
nello spazio
misurare i pensieri in
base alla loro durata
È come prendere
manciate d'aria
e pesarli
una foglia d'albero
ha miglia di giorni
tonnellate di cadaveri
migliaia di notti umide
spazio tempo
l'unica stessa parola
Quello è un uomo
-è passato troppo
tempo-
separato
6
il metodo empirico
mette a confronto il
soggetto con il suo oggetto
si annullano a
vicenda
come una sedia davanti
al tuo tavolo
si guardano
studiarne le forme
senza toccarsi o
entrare l'uno nell'altro
piani complementari
adatti
dalla discrezione delle
menti
-cervello-
che guardano senza
capire
l'interno dell'oggetto
uomini come cose
masse inerti circondate dalla pelle
più
impenetrabile
quella pietra
7
assicurano gli
entomologi
si stanno formando le
formiche
nidifica nelle vertebre
Li hanno visti
perforare la pelle
e lasciati trasportare
dal sangue
con un piccolo pezzo di
muscolo come carico
fino ad annidarsi
nell'ultima vertebra
poi vanno avanti,
lentamente
alcuni dicono di
sentirsi
una puntura alla
schiena
un intorpidimento al
mattino presto
quando il bisturi
penetra nella cassa del cranio
troveranno la regina
sistemato
nell'atlante
circondato da
uova
8
Charles Darwin ha detto
le specie non erano
quello che sono
né saranno quello che
sembrano
anche l'uomo è un
animale
che parla con i
pensieri
non ha menzionato nulla
della sua anima
poi lo hanno aggredito
con quell'idea immensa
chiamata Dio
Lo fecero a pezzi per divorarlo
ma gli animali
continuarono
le sue ossa nella
foresta
e dopo averli ricoperti
con foglie secche
iniziarono a gemere
ululare
come uomini spaventati
9
in una costellazione
qualcuno aspetta
l'arrivo
del profeta
in una barca trascinata
dagli aliti dei vulcani
spenti
stelle
passare attraverso tubi
concavi
le immagini convergono
agli occhi dei ratti
che scavano la testa
dell'astronomo
roditori
guardando dai telescopi
vieni in paradiso
al creatore del
cervello
che li nutre
10
la mano della scimmia
prende la leva
e il fuoco fugge dalla
navespazio davanti, pensa
l'uomo dietro
quindi tagliare i cavi
bloccare ogni
comunicazione
lui è la terra
È solo e l'orgoglio lo
esalta
gli uomini mi
somigliavano tantissimo
undici
La somma degli angoli
di un quadrato non è uguale a quattro angoli retti.Al risultato bisogna
aggiungere la figura in cui Dio ha insistito a vivere.
un
sito matematico
dove le parabole sono teoremi
forse Pitagora è il Battista
Einstein il Messia
mettetevi semplicemente
in testa
nel percorso di un
proiettile
obbediente alla fisica
di Newton
per svelarne la
sostanza
mondi teorici così
fragili
come il cervello di Dio
12
negare non è arrendersi
Costruisco muri
sopra la mia altezza
con le rocce cadute dal
cielo
Dico sì, dico no
poiché i volti lo
tollerano
dentro
il sole gira per me
come faccio al sole
Sono Galilei
e affermo che il mondo
è fatto con il fuoco
gli uomini
legna da ardere secca
13
trattati di anatomia
esplorare il corpo
sepolto sotto la pelle
per un dio
geloso
della
bellezza dell'uomo
l'intelligenza della scimmia
nelle sale di dissezione
studiano i teologi
le viscere di Dio
rilasciano formaldeide
ma non soffrono più
14
il giorno della morte
stimola le secrezioni
moltiplicare la
connessione neurale
la velocità del sangue
accelera
inversamente alla
durata della vita
e nelle profondità più
oscure, vuoto
del
cervello
dove una mano è ancora
una mano
lo stelo dell'angoscia
continua a
crescere
oltre l'obiettivo
utilizzato
per ammirarla
quindici
Argo è morto
Ulisse annuncia a
suo figlio
poi distruggi la
zattera con l'ascia
e costruire una bara
per il cadavere del
cane
un vecchio saggio si
avvicina
misurare il corpo
fa numeri sulla sabbia
calcolare la dimensione
dell'anima
Ulisse non lo guarda
gettare la scatola in
mare
la guarda affondare
lentamente
l'acqua inonda la
spiaggia
e cancellare le cifre
la sua anima è l'oceano
dice
16
coloro che pregano
saranno perdonati
con un biglietto della
lotteria in mano
inteso
assolto
punito?
È saggio chi ha
l'intelligenza di Dio
tra le dita
ma Dio è muto e sordo
non vede nemmeno se
stesso
saranno perdonati
l'ignorante
senza i guanti della
ragione
vedono e toccano
il volto di Dio
17
la luce viene dal sole
e sopravvive
con messaggi morti
ma se la luce fosse
oltre
dell'esistenza del sole
cosa lo ha creato
punto distante impensabile
per il cervello umano
tempo
come un corrimano
che sfugge ad ogni
istante
nei terreni che perdono
e quel punto di luce
senza origine
chiama come la fame
disperazione
occhi sul nulla
le mani tese nel vuoto
dalle dita
nascono
uomini e viaggi
18
punto luminoso in
avvicinamento
si
allontana
vibrazione invisibile
sulle dita degli uomini
accarezzare i volti dei
bambini
quando guardo il cielo una
notte
sulla spiaggia
non è vento dal mare
è desiderio
sciogliere il corpo
nella sabbia
stare con la notte
un punto nelle stelle
bambini che fanno
volare aquiloni
uomini urlanti
raggiungere
quella costellazione
con il nostro volto
che vediamo una volta in
un istante
In tutta la vita
nemmeno la certezza
averla vista
solo la
pietra del dubbio
19
numeri
unità
dello spazio tempo
non c'è infinito
ma un numero
imprecisato di cifre
per l'idea
Pensiero
riguardo a Dio
gabbie
-cellule-
formazione delle cellule
il concetto
macchina
dio universo
artificio che si rompe
quando chiudiamo a
chiave la memoria
nel boscochi evita
la dispersione
delle nostre ossa
II. Guerra
1
i motori tremano
nelle ossa del
contadino
ferro più pesante della
terra
il metallo luccica
spighe di grano
luci di un milione di
girasoli
gli aerei aprono la
pancia
lasciano cadere
frammenti della loro anima
all'ombra delle ali
un
uomo
in pianura
2
un uomo si toglie i
vestiti
copre il suo corpo di
fango
costruire un'arma
imita il ringhio delle
bestie
l'abbaiare dei cani
sbirciare tra gli
alberi
l'ombra
luci degli occhi
e nel fuoco che ha
creato
di nulla
buttare via i cadaveri
3
dai confini della città
è
impossibile andarsene
corde di ferro
catene muscolari
attrarre
verso il centro
da una
tomba
circondato dagli occhi
di giovani assetati
con vecchi nudi dietro
la schiena
un pozzo
dove cadono gli aerei
e le torri
crollano
sui flussi umani
acciaio fuso
mari di petrolio
per seppellire il
defunto
4
Riccardo di Gloucester
partorì
la rabbia dell'uomo
aveva il cuore nella
gobba
e non permetteva a
nessuno di guardargli le spalle
Tramavo intrighi come
un abile tessitore
e la furia aumentò in
risposta
tuonarono i cannoni
il sudore della paura
si sentiva un odore più
forte della rugiada mattutina
gli eserciti scesero
sul campo di battaglia
Si sono scontrati con
le lance e hanno rotto le ossa
fino a disintegrarsi
nei frammenti del caos
il mondo era bello
allora
somigliava al
suo corpo
5
la debole voce di Camus
straniero in terre
carestie
afferma con un sorriso
triste
discorsi contro la
guerra
davanti agli auditorium
con armi da fuoco sotto i vestiti
e bisturi che puntano
alle pagine
fuori dagli
altoparlanti il suono
sparatoria in strada
uno studente si
avvicina con una voce di polline
mastica il pane che lei
gli offre con occhi di ferro
corpo di iena
Lui
cade sui libri
che non scriverà mai
più
e fugge verso le sirene
che sgorgano
dell'ultima
esplosione
6
dice Iago ad Amleto
l'anima della donna
È uno sfondo
arrugginito nel corpo
e il loro alito sa di
profumi deliziosi
Mentre parlo
dietro il fronte di
battaglia
Lady Macbeth insegna a
Ofelia
dipingere le loro
labbra con la ruggine di vecchie spade
bacia Amleto, lo
consiglia
lo salverai dalla
follia
ma non smette di
piangere
La morte di suo padre
e Ofelia si uccide in
un fiume
che trascina la carne
dei soldati
7
gli eserciti arrivano
nel deserto
mani legate
sesso
i soldati urlano quando
muoiono
sfregando le loro armi
sparare, gemere
il generale comanda
ancora
i punti di forza
la pioggia di sabbia si
mescola
con la fontana dei
pozzi neri
il generale sa chi è
non strumento, ma fine
il suo stesso sesso
nell'ultima piega del
Petto
8
Dicono che sia disumano
sbattere contro i muri
Li ho picchiati contro
i cani
alle donne e ai bambini
non ancora nati
e la testa di un uomo
deforme
contro le
pietre
non dire che non sono umano
non inizierebbe mai
questa roccia con
l'edera che cresce sul mio petto
oppure svuotare
manciate di lime dal cervello
né rovinerebbe il bordo
delle mie mani
con un materiale meno
nobile
che la carne
9
non ci piacciono i
carnefici
non per aver condannato
la pena di morte
ma la corda attorno al
collo
la cravatta appesa ad
una trave
quella benda con cui un
giorno, d'inverno
ci hanno coperto gli
occhi
quando mettiamo la
testa sull'albero
la lama ronza
il pavimento si aprirà
le asce brilleranno
come il sole
agli occhi del carnefice
non c'è perdono né pietà
proprio quella
misericordia
con ciò che cerchiamo
di scusarci
colui che guarda il
volto del suo carnefice
sembra
10
non ci sono leggi in battaglia
ma stimmi sulla pelle
progetti da sanzionare
in parlamento
ospedali che registrano
questi marchi
medici che parlano di
dottrine
scritto da chi ha letto
della guerra
da elicotteri numerati
alti
i soldati
Impareranno il codice
della guerra
forse perdono le dita
le sue braccia
serviranno da supporto per il fucile
e se non hanno armi
le gambe eserciteranno
l'atto
abbandonato da dio
presiammaccatura
forse gli taglieranno
anche le gambe
ma le loro teste
costruiranno
labbra, saliva e denti
insanguinati
battezzeranno lo
strumento del fuoco
baciare il corpo del
nemico
uccidilo con quel bacio
undici
il soldato è distratto
si asciuga il sudore
con un fazzoletto non regolamentare
accartocciato come un
fiore spezzato in tasca
alcuni bambini scendono
dall'autobus
e corrono verso gli
uomini
che portano fucili
sulla schiena
giocattoli nelle borse
sulle spalle
e caramelle tra le mani
il soldato ora sorride
languidamente
pensa a sua moglie
ma al volante c'è uno
sconosciuto
lo sa all'improvviso
-come se alcune streghe
glielo avessero rivelato-
che il veicolo è
mimetico
del fondo scuro che
sprofonda nell'asfalto
alzare la pistola e
mirare
e negli occhi
dell'altro vede
ciò che indovina la tua
anima
quello che percepisco
nelle notti in cui anche Dio
È meno crudele delle
grida di un sergente
non osa sparare
sarà dopo l'esplosione
-tra frammenti di corpi
bruciato come caramelle
su piatti di carne
quando i funerali
saranno finiti
e la notizia si perde
in fiumi di leggi
le truppe avanzano
riscattati per la carta
prodotta
negli edifici delle
monete-
quando il soldato
ricorderà il sangue nei tubi di plastica
sirene rosse che
cantano dalle auto bianche
ma allora sarà al
sicuro
che il tuo ricordo
varrà tanto
come la polvere
12
non ci sono più tamburi
che rullano
né trombe che annunciano
l'alba o la fine della battaglia
ci sono tosse da
sigaretta
elmi legati sotto il
mento imberbe
Hanno fatto sesso prima
della prima lezione di fuoco
in capannoni di campi
di allenamento estesi
lunghe estati che sono
state una, giornate calde in lenzuola sporche
materassi sottili come
strati di cipolle con odore di olio
cosmetici e
lubrificanti per sesso e armi
Si chiedono, guardando
il soffitto, se i cannoni di una volta
Sarebbero rimasti assordati, forse, rispondono.
Impattono gli ordini
del sergente, del caporale e del colonnello
nei labirinti dell'osso
temporale che isola il
timpani che un tempo
udivano la marcia funebre
senza sapere chi
stavano portando via
tuo nonno, sentì dire
ai suoi genitori, ai tuoi zii e a tuo fratello
trascinato non caricato
in casse metalliche dall'aria di fuoco
aerei erculei verso
isole lontane e mai dette
insegnanti che
imparano, allo stesso tempo insegnano cosa
Non sai, la vergogna
delle scuole in un pomeriggio d'autunno, dove i numeri
sulle lavagne ci sono
gli angioletti della saggezza
insieme al ricordo
degli spari che arrivano dalle strade, dei vetri rotti
e le urla che
annunciano epitaffi e costruiscono lapidi nell'aria
verso orecchie vergini
dal suono dei morti
sordi alle sirene che
ci svegliano alle cinque del mattino
nudi e sotto l'acqua
fredda, costretti a sollevare la carne dei corpi
cosce e mani ferite
sull'asfalto
dal parco giochi,
ricordando i giochi sotto la doccia
torsi come gazzelle
rosa, braccia fiammeggianti di pelo bianco
e le grida nel buio, soffocate
dai cuscini che al mattino profumeranno
sperma e saliva
aromi che crescono
quando si sprigiona l'urlo dei cadetti
in luci accecanti e
cannonate lontane che si avvicinano
piani che scuotono la
struttura della base
niente trapano,
ripetizioni, niente trapano, schegge e ronzii
cariche che esplodono,
corpi misti tra vetro e cemento
terra che cade dal
cielo
su cumuli di ossa
che le bombe
costruiscono nel fango
pii messaggeri
che mi portano la voce
la carezza di mio padre
un lungo pomeriggio
nelle pinete
vicino alla spiaggia
soleggiata
III. Cielo Terra
1
vento
dell'alba polare dopo
il sole rosso
della foresta e dei
fantasmi delle sue foglie
mare
schiuma di sale grosso
e la morte vola
sugli uomini
pioggia di pietre e
oscurità
niente venti
lascia che dissipino la
nebbia
2
dal faro
intravedono
le casse
che fragili barche a
vela
portano da mondi strani
da oscuri presagi
abitato
sulla spiaggia
colpi di mazza
romperanno i cardini
e risorgerà
ai volti degli uomini
la sabbia, la
polvere
respiro dei morti
eredità del cielo
3
di Dio
conoscenza e verità ma i dubbi nascono in ogni
piega del corpo cieco
crepe nel cielo dove
cade la pioggia
sulla terrarosa come
grumi di fango
figure che formano il
sangue
che muoiono prima di
nascere
ferite che non conosceranno mai
come chiudere
4
sotto il collo dei
sacerdoti
c'è un segno
cicatrice di coloro che
sono nati
con il collo tagliato
dove il vento sembra la
voce di Dio
soffiando in gola
quella voce risuona a volte
come una corteccia di
dolore
e la gola ha un odore
di carne morta
5
Il giardino ha un'aria
di inquietudine, l'odore delle stanze esce di casa verso un cielo nero.
inizia a piovere
le finestre sono chiuse
solo la porta è
socchiusa
appare un volto oscuro
i cani annusano il
vento tra i rami
l'odore del sangue
che macchierà i tronchi
quando le amache
smettila di
dondolarti
e il bambino corre
abbaiando
verso il capannone dove
lo aspettano
mani e asce
6
un granello di sabbia
Non è un granello di
sabbia
ma parola
-infinita piccolezza-
di ciò che rappresenta
Luna
non è
ma impostato
innumerevoli
di polvere e sabbia
Luna
cade a pezzi
tra le dita
7
un uomo si inginocchia
accanto a un cane
ferito
il corpo trema
la carne si apre
l'uomo mette una mano
dentro
scavare, accarezzare
(le macchine passano)
il cane
apri gli occhi
gira un po' la testa
guarda l'uomo
gli lecca la mano
e la testa cade di
nuovo
8
nell'aria lo è
Quello
che non può essere
nominato
nella piega del collo
di un bambino addormentato
crepa senza fondo
di frutta appena
tagliata
l'oscurità di
un'arancia
quando il sole tramonta
Quello
che non avrà mai un
nome
cresce nel latte
bollente
da far bere al bambino
Prima di morire
9
i pesci sono ricoperti
di sale
ma l'uomo arriva
pescare e divorare
mentre il sole
cade
con densità di piombo
sulla pelle dell'uomo
il ramo
che si spezza
contiene
l'uovo del verme
10
in un edificio
seme metallico
che semina sui suoi
terrazzi
le veloci eliche della
meschinità
c'è un corpo accanto a
una finestra
rete cellulare
corridoi delle vene
e reti di ossa
ma sui muri non c'è
odore di morte
ma alla saliva che cola
sui tappeti
il muschio ha
cominciato a crescere
e gli insetti
scolpiscono nuova pelle umana
il corpo apre gli
occhi, si alza
guardare la città dalla
finestra
sembra finalmente
risvegliarsi da un sogno
molto più lungo di una sola notte
si ferma davanti alla
scrivania
Adesso sembra pulito da
sporco e polvere
quelli che hai sognato
sa di essere protetto
dal ferro
perdonato dal sole
undici
gli architetti parlano
di travi tarlate
I sacerdoti dicono di
sentire voci e mormorii
nella notte delle volte
arrivano gli
sterminatori con gas e veleni
due fine settimana il
cimitero è chiuso
il terzo nessuno vede
più i topi tra le tombe
ma i rumori continuano
la terra e l'asfalto
tremano
la cupola del tempio
crolla
12
con il vento
l'odore del mais
sabbia tra i denti
raggi bicolori
rifiuti in migliaia di
intervalli
il colore del bene
il colore del male
con il vento
penetrare la terra
i sussurri di Dio
che a volte espirano
profumo di morte
13
sulla facciata delle
grotte
sotto il cielo bruciato
dai primi incendi
fumano come parole
che colpiscono i volti
solchi di sangue sulla
pelle che sanno di lava
dalla bocca
dell'uomo
nascono le pietre
14
cani morti
trascinano le anime
legati alla coda con un
filo
si avvicinano all'uomo
gemono, abbaiano
mordono la mano che
cerca di accarezzarli
si sdraiano con le
orecchie abbassate
e quando sembrano
dormire
l'uomo scioglie il filo con la
mano ferita
raccogli la tua anima
i cani non piangono più
ritornano da dove sono
venuti
quindici
cani morti
Arrivano con la testa
chinata
la coda tra le gambe
alzano lo sguardo
e gemono, ululano
l'uomo accarezza loro
la testa
si strappano le manili prendono
tra i denti
piange l'uomo
gridare dietro ai cani
ma la città è scomparsa
la foresta
È pianto e dolore
16
i miei vicini picchiano
sui muri ogni notte
non sembrano
persone
e anche se la mattina
li vedo partire
con la sua forma umana
ogni notte
continuano a colpire
Non faccio rumori
Non piango né urlo
Canto alle vecchie voci
che abitano
i corridoi all'alba
all'ascensore che parte
e si ferma su un piano
senza persone
alla porta che si
chiude
e la mano intrappolata
in quella porta
Canto a quel vuoto di
pioggia
contro le finestre
della domenica dopo il funerale
agli uccelli sui
cornicioni
che restano la notte e
non si alzano
Canto alle voci dei
bambini nel seminterrato
ballare attorno a una
strega
e canto al fumo e al
fuoco
che oggi risorge dalle
fondamenta
e illumina il vasto
ampio gesto da parte dei
miei vicini
quando si colpiscono
muri e porte
anche loro
infine
Urlando
17
si seminano errori
un uomo cammina con la
zappa tra i solchi del campo
a torso nudo sotto il
sole più cocente
e strappare i raccolti dalle radici
non le foglie delle piccole spine
né i fiori che, pur belli,
Non hanno alcun aroma
ma i bulbi cresciuti
nell'umidità della terra
pagato con le loro feci
L'uomo porta alla bocca
quei frutti
e sono amari
troppo perché il sale
ne tragga beneficio
Hanno il sapore del
loro passato
sa che lì cresceranno
sempre di più
e ritornerà sotto il
più doloroso sole estivo
con la zappa in spalla
nudo
e il sudore che gli
deformava i lineamenti
allora le mani
scaveranno la terra
e coglieranno di nuovo
i frutti
prima che qualcuno
riconosca il tuo volto
IV. Uomo donna
1
aria gelida
che mani calde
gambe e cosce
antico
di donne
Hanno provocato
sparsi in
tutto il mondo
2
un fauno
capra
parlare con le donne
come se le leccasse il
seno
lo guardano
cauto
si chiedono se quelle
labbra
hanno già baciato
il sesso
degli dei
3
il martello è appeso al
muro
appoggiarci sopra un chiodo
l'osso frontale del
cranio
guarda come nascono i
pensieri
il seme materno
parla
con il dolore delle
spine
4
con l'aiuto dell'oppio
Conduco gli uomini al
tuo corpo
IO
che ho solo io
una vena perforata di
eroina
Porto uomini nel tuo corpo
così possono dirmi il
sapore
delle tue sei labbra
due per la sigaretta
quattro per il sesso
con nient'altro che
cocaina nella saliva
Sento i gemiti nelle
bocche di quegli uomini
fonti di morfina
Cosa usi per dimenticarmi?
5
come quando si cade
di un treno in corsa
le gambe possono essere
perse
e la memoria dell'anima
nel nono mese
della gravidanza di tua
madre
perdi l'anima
anche se guadagni un corpo
6
la ragazza cammina
tra vecchi cani che
abbaiano
e macchie di sangue
sugli alberi
finestre e porte aperte
l'attendono
pensa alle asce nel
capannone
nelle ferite che gridano come cardini arrugginiti
schiaccia le prugne tra
le mani
e si asciuga sui
fianchi
si avvia verso la casa
all'abbraccio verticale
tra le cosce
7
Dicono che le donne
sono più forti degli uomini
Sollevano le auto se i loro
figli rimangono schiacciati
fermano i proiettili
per strada o in guerra
ma sono solo sogni
le donne non mentono
con le parole meschine
degli uomini
fanno male se devono
i suoi occhi sono luci
che vedono
quel languido orizzonte
e addolcito da paure incerte
sono spaventati
ecco perché non
conoscono la misericordia
quello che sanno del
passato
li spaventa come se
vedessero il futuro
le donne si rifiutano
di dirlo
agli uomini e ai loro
figli
cosa c'è oltre
l'ignoranza
è pietà, forse
ma anche orgoglio ed egoismo
frammenti strappati all'amore
8
l'uomo è fatto di carne
divora le ossa per
nutrire un corpo in espansione
I loro figli sono fatti
di carne con pelli di sale infantile.
corpi nati dal mare grondante acqua e schiuma
sabbia portata dal
vento
che li ricopre come
vermi
l'uomo non capisce il
futuro
desidera il passato e
ama il pensiero
è capace di uccidere
-sa che tutto è carne-
per preservare le donne
e il loro corpo
i bambini in un pugno
aperto
con gli odori di un
molo:
sale e sangue
un uomo ama tutto
questo
tanto quanto loda Dio
per morire trafitto dai
chiodi
9
donna che si nasconde
in parole sul tavolo della cucinatra riproduzioni di dipinti barocchi
lavorare a maglia, parlare,
guardare lotterie per viaggi ai Caraibi
viaggia sulla luna nei
suoi sogni di cuori di Cristo
in frammenti funebri di chiese demolite a domeniche alterne
Va su e giù per le
scale che risuonano nelle sue gambe
con rimedi per
reumatismi, depressione
l’arbitrato di uno
psicologo per le vostre controversie matrimoniali
mortale, incompiuto
prima e dopo la sua creazione
vite passate dei
prossimi anni
a quaranta quello che
cominciava a trenta
a sessant'anni quello
che scoprì a quaranta
scuse nell'irragionevole
traccia del sentimento
mimetizzarsi con
l’angoscia e le lacrime non serve più
né gli occhi annebbiati, né l'alcol, né le droghe che hanno provato
mantieni un corpo che
sfugge alle tue mani magro
della volontà e dei
disegni degli altri volti
bambini che non sono né
progetti né parti del proprio corpo
membri sconosciuti
emersero un anno già dimenticato
Nessuno ricorda i volti
se non grazie alle foto posizionate sotto vetro su un tavolo
trovare motivi
convincenti per continuare a caricare
balle e sacchi di semi,
cibo dai mercati
verso fornelli e
padelle che ripetono la stessa preparazione
ogni giorno quando il
sole sorge al ritmo delle persiane
dentifrici con gusti
diversi, almeno è già qualcosa
il sapore della menta e
poi anche il caffè
calde giornate estive,
mattinate con pioggia e umidità
sudorazione a letto e
dolori notturni
alla fine tutta la
stanchezza, il rancore
e soprattutto la
sensazione vitale della paura
che ti spinge ad aprire
le palpebre con rinnovata forza
la paura di finire per odiare
ciò che avevamo amato
V. Lingua
1
ciò che ne ratifica il
significato
di una notte d'inverno
sotto un pino
ghiacciato
cosa scricchiola cosa
fischia cosa cade
per indicare il
movimento
anche oltre la
paura più temuta
c'è la calma
viscosa senza sosta
ma niente rettifica i
suoi segnali
come qualcuno che
articola sillabe contro una tempesta
corvi che cantano al
calar della notte
pesce che salta nel
lago
quando i pescatori
tolgono le canne
e i motori sputano
polvere e addii
delle labbra che ti
pronunciano
sorge il giorno dopo la
notte
Dal silenzio nasce il
sudore degli dei
per creare mondi dalla
calma dei pozzi
che trascinano il tempo
e i luoghi perduti
cadaveri appesi al
vento che li agita
proprio come il vuoto
di un'anfora oscilla
dopo la loro rottura
il corpo è materia, poi
larve
e poi terra che un
altro uomo ingoia quando nasce
l'aria è acqua
Non è niente se guardi,
è tutto se espiri
corpo che qualcuno
porterà fino al limite esatto
dove il suono della
parola non esiste
né la consolazione di
pronunciarlo
2
ci sono diversi modi
per capire
l'abbaiare di un cane:
la sua origine,
l'istinto primordiale
arrivati da sfere,
piani ancestrali
Dalle foreste nascoste
dietro secoli di polvere
la sua intensità,
forza
che accredita il grado
di stima a chi abbaia
o furia, morte nella
sua bocca
frizzante similitudine
dell'alta notte dei poli
alito di corteccia
bagnata
vento del deserto dove
ululano
i nonni del cane
precedentemente addomesticato
che oggi invade la casa
con le zampe infangate
e sangue sulle zanne
il suo tono, lamentoso
come rintocchi tra le
foglie secche
ingannando la sua
preda:
il suo proprietario si
trovava intrappolato tra le pietre e il ruscello
davanti al cane ha
allevato, nutrito
accarezzato sulle
coperte del suo letto
l'animale che non lo
riconosce
o forse sì
ecco perché ringhia e
abbaia
come solo
ultimo segno di
misericordia
3
colui che parla più di
quanto dicono le sue azioni
si espone al disprezzo
dei profeti della vita
notti desiderose di
movimento
giorni abitati dalle
mani con i gesti
correndo da una stanza
all'altra dell'edificio del mondo
chi parla meno di
quanto agisce
si espone al ridicolo
dei difensori del discorso
creatori di idee, schemi incorniciati in parafrasi
poi ipotesi, dogmi
finali
incorruttibile, immune
da verifica o errore
ma entrambe le
posizioni negano
del pensiero la sua
origine
che nasce e muore prima
del suono
Cos'è, se non ciò che
arriva nelle notti insonni?
strano e
insignificante, appena percettibile
come un cigolio o uno
sfregamento nelle orecchie
quando guardiamo la
luna l'ultimo giorno di dicembre
4
quello che parla come
un bambino
conserva l'origine
della prima parola:
il grido del vecchio
prima della morte
l'urlo dell'uomo dopo
l'omicidio
schemi invertiti come
la superficie di un lago
lottando per
conquistare la mente dell'uomo
che inventa segni per gli oggetti
piovuto dal cielo o
emerso dalla terra
non le mani né il
pensiero
ma qualcosa di
primordiale
sfuggenti come le
mosche dell'istinto
e solitario come un dio
che ha dimenticato
il tuo nome5
parole come pietre
nelle orecchie vergini
olio bollente sul fuoco
dei discorsi di battaglia
ascolta e sposta lo
sguardo verso chi dice
sentenziano, declamano
perpetrano crimini
verbali
risorgere dal letto di
morte
e continuano a parlare
Guardano fuori dalle
finestre mentre seguono il percorso della strada
parole che cantano inni
di verbi
come le foglie perse
dalla borsa del giardiniere
e spazzato via dal
tempo diventa un temporale estivo
estate dimenticata
l’autunno successivo
stagioni che Dio stesso
tende a dimenticare
il silenzio è la
sorgente delle parole
vento fresco che
costringe a chiudere la finestra
affinché le idee non
vengano cancellate
il silenzio è
finalmente una parola
muto, forse mormorato
scritto con le dita
nella polvere del
rumore
6
l'ombra delle cose tra
i corpi
manovre di luce sulla
superficie delle cose
come il dolore di una
pietra contro la fronte
lettere concatenate che
costruiscono
grandi condomini vuoti
dove un unico portiere
ripetere sempre la
stessa parola
la lingua come un
coltello
che taglia i tendini
della realtà
e cuci le corde a tuo
piacimento
di un nuovo processo
7
le cose rivendicano i
loro nomi
scompaiono senza uno
sguardo
i sensi li formano
il pensiero dà loro
significato
procreano famiglie di
membri sottomessi
o ribellarsi alla mano
dell'uomo
-così come l'uomo a
volte nega il suo Dio-
ma le cose hanno paura
abbracciare il creatore
Lo sanno quando il loro
padre è morto
la materia che
sopravvive è cibo del tempo
e i loro nomi sono una
sostanza per l'oblio
8
chi può dire che la
sensazione
essere più di una
parola che cresce sotto la pelle
nelle sinapsi che
trasportano i concetti
alle terminazioni
nervose delle guance e della bocca
dove nascono frasi
d'amore esalate al profumo di menta
o odio con
alito ammoniacale
e la risposta
dell'altro provoca più sinapsi
nuove divagazioni del
sentimento esplorato
che gridano come una
radio accesa e abbandonata
in una stanza con
oggetti ricoperti di polvere
chi dice che il cuore umano
Non è altro che un
libro aperto dal dorso
delle arterie rotte
le parole scorrono come
sangue
9
quando parliamo di
ordine e caos
da quale dei due è nato
per primo
dimentichiamo di
considerare che il muscolo
-cambio costante delle
parti morbide
cellule che nascono e
muoiono in ordine casuale
circonda l'osso quasi
eterno
a volte quel centro si
espande
e incorpora elementi di
caos
si comporta come un
acchiappabambini
che crescono nella loro
nuova immobilità
vecchi intrappolati nel
tempo
l'ordine è solo un
momento di calma apparente
doloroso come tutto ciò
che nasce dal vecchio osso
aria fredda che soffia
nei corridoi
10
il contrario delle cose
comporta il suo
contrario
e l'inverso a volte è
giusto:
il mondo è un cerchio
con un raggio
che occupa poco più di
tre parti del suo perimetro
più un resto, residuo
algebrico o errore di pensiero
il cui numero infinito
è una crepa nella sfera
attraverso il quale
penetra l'arbitrario
gioco di specchi
logici gratuito
principio di
distruzione
contrariamente
all'ordine delle cose
SEGA. Lettere di Amleto
1
qualcuno ha detto -
forse il dio che ci ha creato -
che ci sono più cose in
cielo e sulla terra
di quanto possiamo
immaginare
morire, dormire,
perfino sognare
Sono privilegi che la
carne
non sempre è possibile
ricevere
né sa come usare
i vermi del pensiero
offuscano lo sguardo di
chi vuole vedere
quando il mare si
ritira
e restano gli scheletri
delle parole
a cui il dio poeta
non riesco a purificare
il dolore
non ne vale nemmeno la
pena
dietro ogni lettera
vive un leone dalla
fame insaziabile
e non è pazzo
ha la crudeltà della
sanità mentale
2
lei sa che l'amavo
più di mia madre, anche
più di mio padre
era mia sorella
La mia mano sinistra
il mio occhio destro
gli ulivi sul fiume
Deve essere entrato in
convento il giorno in cui gliel'ho chiesto.
Ora è circondato da
acque che cadono come voci vergini
perso per sempre nei
miei pensieri
perché se ne va
Ofelia scompare dalla
memoria
-anche se il tempo qui passa
così lentamente-
e l'amore non è più
quello di prima
dolore ed estasi
è veleno
prima dolce, poi
insapore
e senza bellezza
3
tutto muore
alla corona di mio
padre
si sta perdendo sulla
terra
ma è il mare e sono le
onde
che corrodono il
metallo prezioso della sua architettura
struttura della tua
anima
Io, tuo figlio Amleto,
Sono un verme che
mangia la tua carne
proprio come ha bevuto
il sangue degli invasori
Io sono il chiodo che
ha perso nella battaglia
e la polvere tra i
capelli
la mosca si appollaiò
sulla sua corona
quando si cammina
attraverso il campo dei morti
ma non dirgli niente,
Horacio,
Papà sa che mi manca
come qualcuno che
aspetta il suo uomoo perso
rinascere
Avevo dei ragni in
custodia
pecore tristi, cani che
mi hanno morso
e non potevo nemmeno
mantenerlo
Senza figli l'amore
dell'uomo è annullato
un numero zero fatto di
cannucce
4
dillo a Yorick
quando morirai e lo
vedrai in paradiso
-Sono all'inferno con
il nuovo re-
Mi manca il suo viso
truccato
il suo sorriso perduto
il giorno in cui mi
prese il collo con le sue mani
e ha chiesto: hai paura
di morire?
digli di ignorare le
parole del becchino
Il suo teschio riposerà
davanti allo specchio della mia regina
così potrà vedere come andrà a finire
mentre si posizionano
polveri su polveri
e allora non riderò
ma ascolterò ancora tra
le voci della mia colpa
la bella, terribile
risata
da Yorick il giullare
deridendo la tragedia
della vita
5
i bambini sono steli
ciechi
di grandi banchine che
combattono le onde
un giorno dovremo bere
lo stesso sale
e guardarci nello
specchio del padre
Il suo corpo ha anche
la struttura dei vermi
se la volontà talvolta
produce ragni
ed è un liquido
puzzolente sotto i gusci di pelle
come il sesso nascosto
per vergogna
sedersi davanti alle
onde per costruire con il pensiero
colui che verrà a
cercarci
Forse è meglio che
morire di spada
prima dei trent'anni
senza sapere cosa sia
un figlio
né come baciare le
guance di un morto
6
uccidiamo con
significati diversi
le offese contro i vili
sono perdonate
ma si condannano contro
i fedeli
seppelliamo il pugnale
nella carne
sentiamo l'aroma dei
denti dei morenti
e non ci abbandona
finché insieme
espiriamo il respiro in
faccia
dal successivo della
catena
uscire a combattere
con grida furiose, come strilli di uccelli
che si contorcono nelle
mani del cacciatore
Non è la stessa cosa
della rabbia.
che divora le anime dei
codardi
becchini e morti
dividono il mondo
7
cos'è un nome
Ho il suono di mio
padre come emblema
ma non la testa e la
barba
gli occhi azzurri nel
volto nobile
ultimo re che nacque
senza dolori
e sposò l'uccello che
disturba i sogni
un nome può diventare
una carogna
quando lo pronuncia il
becchino
puzza di feci se la
persona che lo indossa lo ha rubato
-un dono cessa di
essere tale quando non è meritato-
ed è un cucciolo dalla
volontà idiota
il nome diventa
bersaglio di dardi iniqui
nelle mani della storia
e non ne vale nemmeno
più la pena
il piccolo dolore
mentale
dello sforzo di
ricordarlo
8
le onde sono anime
sofferenti
colpendo la costa
dove cerchiamo le ossa
che spiegano i canti
notturni
le onde scoppiano, si
infrangono
poi ritornano di nuovo
in forma
ma le gocce sulle
pietre delle torri
Si uniscono e creano
esseri di carne
parlano, questa è la
cosa peggiore
si può sopportare la
propria voce
ma non quella voce si
trasformò in morta
che tornano per darci
altro lavoro:
il nostro e quello che
loro non potevano fare
9
Non ti dedicherò una
lettera, mamma
solo un epitaffio e
l'oblio
rimpianto e veleno
in bicchieri che non
sapevano come evitare
la morte del regno
far tornare indietro il
tempo
invertire il silenzio
mortale delle spade
la tua bocca
ulcera dove affondano
le dita di pietra degli
uomini dal tuo letto
tu sorvoli
come un uccello da
preda
dare consigli per
uccidere
il ricordo di mio padre
ma ci sono cose
che non puoi strappare
dal corpo di un uomo
granello di polvere e
macchia che non si cancella
un'ultima traccia di
orgoglio
10
È buffo come si
facciano le vittime
coloro che non
desiderano diventarlo
o forse la piccola
ombra nascosta
annusare l'odore dei
ficcanaso
Non mi scuserò, caro
Polonio, per la tua morte
il mio rimorso è pagato
con la follia della
bella Ofelia
padri e madri
scrittori burattinai
delle nostre azioni
A volte mi chiedo
Altrimenti sarebbe
meglio ucciderli
siamo appena nati
il dolore della sua
assenza
Sarebbe più
sopportabile del risentimento
undici
Rosencratz e Guilderstein non esistono più
Li ho consegnati alla
foce del mare
Hanno detto che erano
miei amici
ma erano buchi corrotti
nelle ossa del regno
Ho visto i loro occhi
quando si sono avvicinati
dicono i loro sorrisi
va tutto bene, non
preoccuparti
non c'è dolore se sono
le mani di un amico a uccidere
che metteranno le mani
sul fuoco per un altro uomo
in questo regno dove le
barbe
Sono maschere su volti
morti
guarda i tuoi cani,
Horacio,
ti morderanno se li
ferisci
ma si getteranno nel
fuoco, se così ordinerai
12
i soldati combattono
Maneggio versi sui
fantasmi
gli uomini muoiono tra
le spade
Parlo di amori che
marciscono
scoppia il fuoco della
guerra
il mondo si dissolve
nella terra e nella pioggia
i cadaveri crescono
come vecchie feci di cane
Simulo e gioco nella
follia
Allevo vermi nella mia
anima
Scavo nelle ossa di mio
padre
c'è qualcosa che puzza
di marciume
forse è il corpo di
Ofelia
servito su un tavolo
alla portata delle
nostre vette
mentre arrivano le voci
e l'aroma
degli uomini che
combattono nei campi
quell'odore vergine di
alberi morti
13
ciò che inizia male
Non può finire bene,
mio caro Horacio.
So che queste lettere
sono pesantie ti ho sopraffatto col mio dolore
Lascia che ti dia un
abbraccio e un bacio sulla guancia in cambio.
lascia che il tuo petto
tocchi il mio
e cadono le fanfare
delle tue preghiere
come cani selvaggi
nell'oblio
tu sei l'uomo che unirà
i tempi con le sue mani
i muri cadranno
i campi continueranno a
riempirsi di morti
ma la memoria
è sempre più
persistente dei ratti
VII. Minotauro
1
Il filo di Teseo è
sottile
come la convinzione
umana
la bestia sente i
sussulti spaventosi
ringhia e si lecca
soddisfatta
quando il filo si
spezza
l'uomo è solo
le urla della sua amata
alimentano il fango
sui muri di pietra
della notte
cielo vuoto con stelle
di ghiaccio
La bestia lo aspetta ad
ogni angolo
Lo sa anche se riesce
ad ucciderlo
non tornerà a casa
paradosso che non può
essere spiegato
lui, che aveva tanta
fiducia nella sua forza
come un fiume
il labirinto lo
trascinerà con la sua tristezza
verso il centro, fossa
nera con denti
bocca che avanza sempre
anche se non si muove
2
un essere che è nato
deforme
Camminò tra i begli
uomini della campagna
Lo hanno minacciato con
asce e zappe
i cani abbaiavano per le strade
i bambini lo lapidarono
in un coro di insulti
i giudici lo
rinchiusero e lo frustarono
non senza punizione
qualcuno può farlo
cammina sul tuo volto
morto
vide il teschio sotto
la pelle
nei volti di chi gli
parlava con il fiato imbronciato
orrore di coloro che
resuscitano ogni mattina dal sole
poi la creatura
Stava alterando
maggiormente le sue forme
È così che ha acquisito
il suo corpo definitivo
e si nascondevano negli
scantinati come labirinti
dove mormora il nome
che la madre non sapeva
dargli
per non aver trovato
nulla di simile al suo orrore
3
Teseo
ascolta i passi del
Minotauro
scava con le mani nei
muri di fango
quando incontra la
pietra
taglia una gamba
-ha già rinunciato
all'infinito
spazio di giri e
piegamenti-
e con l'osso erode la
roccia
lentamente e
disperatamente
ma anche il muro è
fatto di osso
e non può penetrare
gamba e cranio si
riconoscono
Teseo
ora è la sostanza del
labirinto
contemplare il suo volto
sulle orme della pietra
mentre ascolti i gemiti
della bestia
gli echi della tua
stessa voce
negli angoli del
cervello
4
fruga nel cesto della
lana
scegline uno tra tanti
Teseo la guarda e si
chiede
Perché non ha scelto
quello più lungo?
Non dice nulla quando
la vede allacciarsi l'estremità al dito.
la bacia per l'ultima
volta
senti come gira la
palla
scartando il centro
dove l'altra estremità
aspetta come un cane addormentato
si gira ancora una
volta
sembra un ragno
l'odore della tua pelle
ti accompagnerà
fino a confondersi con
terra e zoccoli bagnati
l'odore del Minotauro
il filo azzurro
continua ad aprirsi
a volte si blocca negli
angoli
Teseo lo scioglie
Osservando ogni
possibile movimento della bestia
il filo si stringe
Non lo forza, ma
continua a perdere peso
si fa sottile come
l'urlo di un annegato
flussi di vento
odore di cadavere nei
corridoi
non vede le proprie
mani
ma sente l'anello di
lana al dito
e la rottura, il taglio
la morte del legame che
non lo accetta più
e ha deciso di
cancellarlo
5
tagliare la testa del
mostro
salvare il mondo dal
suo assedio
ti perderai, dice
"No, se tendi la
mano", dice.
i tuoi capelli sono
fili di lino
che mi terrà
nell'oscurità
ma sa che salvare il
mondo
è ricostruire
ciò che ha baciato
dietro quella faccia
c'è il segreto
nei labirinti del viso
andrà alla ricerca del
Minotauro
il respiro della sua
amata è fetido
ma la pelle del sesso
lo riscatta
orifizi come vasti
canali senza uscita
(se la pelle è una
barriera insormontabile
se gli occhi sono
lunghi inganni
deve esserci un sito di
ingresso
scoprire come navigano
le navi
mari incerti
costruire mappe, guide
schemi, livelli di
valore, percorsi aziendali
verso la bocca che
pronuncia la morte
con aroma di spezie)
"Vai ed entra",
dice.
la palla sarà rossa
Lo terrò nella mia
pancia
e si tuffa nel vuoto
come qualcuno che fa il
bagno nel sangue
6
cieco all'orrore di
fronte alla bestia
Allungo le braccia per
sentire il suo petto irsuto
Non lo guarderò in faccia
il corpo e le cosce di
un toro
Non saranno in grado di
spostarmi, ma lo faranno
la triste rivelazione
della follia nei suoi occhi
Gli premo la testa tra
le mani
Lo giro con un colpo
deciso e veloce
il mostro non si
difende
Mi accarezza nella
sporca culla della sua caverna
legato alla solitudine
e alla pietra
sprofonda tra le mie
braccia
più alto di me
ancora più pesante
dell'intero labirinto
con le sue mura morte
la creatura cade sulle
mie spalle
ed esala il suo gemito
fecondo
seminare rimpianti
7
all'ingresso del labirinto
Ho ucciso la mia amata
Gli ho aperto il petto
con un'ascia
e gli ho strappato il
cuore
Ho continuato la mia
strada attraverso corridoi grigi di nebbia
fumo di pelle secca
che il Minotauro brucia
ogni notte
Ho camminato con il
cuore in mano
grondante sangue a
segnare il ritorno
non fili di lino
carne crudaquida
cosparsa di schegge
punti di ossa che mi
fanno male alle spalle e ai fianchi
nudo
Cerco il centro oscuro
dove la bestia aspetta il suo cibo
non il mio cuore
né la lenta crescita
della mia specie
ma il vecchio tronco
umano
la cavità sempre vuota
origine improbabile
dell'amore
la rabbia che scorre
dal caos iniziale nel petto ventoso del mostro
battere come il ghiaccio che si rompe in torrenti d'acqua gelata
la bocca non è un caldo
rifugio dall'inverno
è un abisso
dove un centinaio di
donne incinte
Osservano Teseo
avanzare
come sacerdote
sacrificale
portando il cuore di
sua madre
8
un labirinto
cassa di risonanza
di voci che gridano
invocazioni di aiuto
-alcuni pregano
altri tacciono
e sentire il rumore del
fango-
un labirinto non è una
tomba
è terra
tomba rialzata davanti
ad uno specchio a tre facce:
il volto che contempla
il mondo con le spalle al passato
l'occhio di Dio
riguardo al buco nel
cranio
guardando come l'uomo
si perde nei labirinti
del cervello
mentre cammina per i
corridoi vergognandosi
c'è un solo ingresso
nessuna via d'uscita se
non il Minotauro
può offrire con le sue
membra deformate
solo negli occhi
piccoli
come corridoi lunghi e
impenetrabili
c'è una bellissima luce
irraggiungibile
VIII. Impressioni sulla
pena di morte
1
quando il corpo è
appeso a una corda attorno al collo
i muscoli si tendono
per evitare lo strappo
del pensiero
fili di idee in cui l'uomo
cade a pezzi mentre
muore
ma prima il corpo si
difende
le mani si stringono
come le unghie dei gatti
graffiando l'aria che
respirano i carnefici
nella pelle del
prigioniero
le venature sono fiori
trasparenti
brillano alla luce del
sole
i giudici sono
offuscati
per non ridere lo
abbiamo punito
in bocca al giustiziato
segui quello strano
gesto
la gola legata in un
nodo di stracci
soffocando le grida di
resistenza
poi la risata
silenziosa
smorfia parodica su una
fronte rugosa
e il corpo che ondeggia
al vento
2
la ghigliottina brilla
nella luce del mezzogiorno
i tuoi occhi guardano
il mondo dietro la tua testa
che ti senti tagliato e
caduto
come le beccate degli uccelli carnivori
senti gli strilli
e vedi l'ombra delle
sue ali attorno al patibolo
la voce del boia rode
l'aria che respira
e il suo respiro,
benché umano, non ti consola
è più di un semplice
uomo
È carne e il suono
della foglia che cade
sei già da qualche
altra parte
nel cestino di cui non
vedrai mai il fondo
perché è terra
ed entrambi
-terra e ghigliottina-
non si permettono di
guardare indietro
3
le mani tengono il
manico dell'ascia
braccia larghe come il
corpo di un bambino
spalle come pulegge di
una macchina
e per di più la testa
racchiusa nel cappuccio
dovresti vedere l'ascia
solo mentre cade
senti il freddo
dell'inverno sulla nuca
non la neve, ma la
grandine del primo mattino
poi il bruciore intenso
pari a migliaia di
formiche che scorrono nel tuo sangue
ragni e vespe che
mordono la pelle
senza che tu possa
metterti una mano dietro la schiena
ma la tua testa non ti
appartiene più
quell'urlo che senti
viene dal cesto di paglia
affrontare ciò che
resta del tuo corpo
il boia raccoglierà la
testa
avvolto in un panno
freddo che non accarezza
Fa male come quel
singolo colpo di tua madre
il giorno in cui sei
tornato a casa
dopo aver ucciso per la
prima volta
4
mi prende la mano
Ha l'odore degli
ospedali
Mi accarezza la piega
del braccio con del cotone
una puntura con il
ricordo della cocaina e dell'infanzia
ti farà dormire
dolcemente
ma adesso fa male,
brucia la pelle
non il sangue, mi
taglia le ossa
dei che mi guardano
morire da dietro le finestre
porta via il dolore
degli alberi che cadono
dei di misericordia che
non restituiscono l'infanzia
mi riporta nel piccolo
mondo
dove non ci saranno
iniezioni né rimedi
né la prevenzione o la
punizione hanno significato
tutto lì è vita o morte
perché non ce ne sono
di indecifrabili
mezzo alla legge
5
seduto nella camera a
gas
mani legate e benda
inspira ed espira
lentamente
lascia che non ci sia
dolore
ma un dolce dondolio
dell'anima
come avere un cuscino
sulla faccia
Nemmeno il dolce odore
può fermare la paura
Tremo con il vento
freddo
che ricrea le forme del
passato
Ma non ho più paura
nemmeno di questo.
È il futuro che non
esiste
la definizione
disperata
non sono più
6
pulsantiere ad alta
tensione
cavi che trasmettono
corrente
verso una sedia comune rafforzata
e seduto: lui
un uomo solo con una
benda sugli occhi
che avrei rifiutato se
avessi potuto
perché vorrei vedere
qualcosa di più del buio
prima del buio
Sa, gli hanno detto,
che ci sarà solo quello
e vuoi continuare a
vedere la luce dei tubi
simile a quello in
quella stanza
dove dormiva, faceva
l'amore
e leggere tre libri a
settimana
ora gli uomini lo
guardano
non c'è più tempo
dicono, non c'è più
ascolta il clangore
della manopola
potenziale crescente in
senso orario
resta solo la luce
nella stanza della morte
e l'odore acre
di carne bruciata7
i gestori sembrano
apostoli di Cristo
raccogliere il corpo
Lo avvolgono in una
borsa nera con chiusure
Puliscono i resti della
carne attaccati alla sedia
si proteggono con le
mascherine
ma ne sentono sempre
l'aroma
che ti penetra la pelle
nonostante i guanti
e c'è l'odore
dell'esecuzione
C'è profumo di casa
vecchia e di muri umidi.
di corpi che ritornano
nel luogo in cui sono nati
delle lenzuola,
viscosità dello sperma e del sudore
quando i manager finiranno
il lavoro
Porteranno l'odore dei
morti nei loro letti
8
Non è paura o dolore
né repulsione al
crimine o al dovere giurato
È un suono che a
malapena osiamo riconoscere
tanto meno contraddire
lo nascondiamo con
parole forti
sembra un tuono incessante
e veniamo alla luce
perché chiarezza
ostacola i tentativi di
angoscia
ma qualcosa scricchiola
e si rompe sempre e apre le crepe
dove escono odori
mascherati da rabbia
echi che la pietà
giustificherebbe
per mancanza di
maggiore saggezza
anche se non i giudici
sentono i propri echi
nelle fessure dei loro
corpi sotto le tute
nel profondo petto
infossato dietro la cravatta
sentono la stessa cosa
che condannano
9
la misericordia
appartiene agli uomini
la misericordia degli
dei
concedere misericordia
non è commutare le sentenze
Così la intendono
coloro che parlano di diritto
Non diamo misericordia
perché non siamo dei
condanniamo a morte per
la legge del taglione
che non muore mai con
il tempo
È l'essenza del tempo
mentre attraversa la terra
dove la misericordia
non arriva
nonostante la
misericordia di una coppia di bambini a cui sono morti gli occhi
coloro che non vedono
sono capaci di pietà
chi non odora può
odorare
il profumo del paradiso
nei corpi degli altri
La legge ha il filo del
coltello che non si spegne
10
i chirurghi scendono al
cimitero
Scavano come becchini
che resuscitano i morti
sciolgono le corde del
boia
Portano alla luce
pugnali per infilzare i bisturi
Esplorano le cavità
dell'uomo
non per il futuro ma
per la conoscenza
la tragedia scatenata
dalla passione delle viscere
arterie e vene che
portano ai vermi
dal primo giorno di
vita all'ultimo giorno di nulla
È il sangue della terra
e la polvere della roccia e del legno
dove crescono le larve
che si trasformeranno
carne nelle feci
poi nello sporco e
nella polvere
che nemmeno il vento
vorrà portarci via
chirurghi e medici
ultimi sacerdoti della
cerimonia
che alcuni chiamano
espiazione e altri legge
non gli avvocati o i giudici
ma la scientifica vedrà
di che sostanza
gli uomini sono fatti
e la conoscenza rimarrà
nelle loro menti
forse in libri che nessun altro leggerà
perché la vita dei
morti
È tollerabile solo se
ricoperto di oli
profumato d'incenso
e vestito con la parola
Risurrezione
IX. campo di rame
1
Cerco ciò che resta del
tempo
ritagli di ricordi
fotografie
dolce spuma di oliva
attracca nei pomeriggi marcati
per il desiderio che non arrivi mai
il ritorno in città
l’idea insopportabile
della vita che non può essere riscattata
ma si perde nelle
lagune con fondali sabbiosi
eventi dell'infanzia
nella sabbia bagnata e
profonda
vongole che aprono il
guscio e tirano fuori la lingua
trascinando i corpi
verso la sepoltura prematura
dimmi che non sai come ribaltare il passato
Non ci sono risposte
che resistano alle parole caricate
con punte di aghi al
vento
la memoria è tutt’altro
che durata
Fermo il tempo sul tuo
viso, sui tuoi vestiti ottocenteschi
la risata
inconfondibile di tua madre quando sei nato
i tuoi insegnanti che
hanno imparato a lanciare parole
nella scuola dei
soldati romani si perpetuarono le accademie
nei templi che oggi
occupano lotti liberi
nelle città abitate da
croci, sirene, fuochi fatui
qui in questo momento
con aromi di caffè
e giungle nascoste
sotto rampe di storpi
Ricordo i tuoi ricordi
nei vecchi libri
donne idilliache che
esistono solo nei tuoi occhi e nelle tue parole
in reti di
ruscelli-libri che alimentano i semi
che vivono ancora nei
cieli delle pagine
sentieri dove la
pioggia delinea la forma del tuo corpo invisibile
la stessa cucina dove
arde il fuoco gela di notte
con il vento marino che
colpiva le finestre
e le candele di fuoco e
di stoffa ondeggiano
sventolando le braci
che illuminano qualcuno seduto
con le gambe
intorpidite, collo dolorante
maledicendo l'arte
suprema della tua arte per il ricordo e la narrazione
due mondi negli schemi:
il tuo molteplice che si ricrea in linee parallele
l'altro incomunicabile
come gli scogli nel mare
da quelle acque vengo
dalla lettura passata
sono una delle tue cellule
il lato più insipido
della carne, né merito il colore dei tuoi occhi
Non ne ho la forza
avanzare attraverso le
onde fino alla spiaggia
sopravvivi ai tuoi personaggi risorti per affondare
affogarti, vinci la tua
vanità da dio poeta
il calamaio si rinnova
grazie alla caduta dell'acqua
Dal cielo-cervello che
sanguina in grumi disciolti
diapositive che ho
visto all'età di dieci anni, ho pianto all'età di quindici anni
Bugie rumorose quando
avevo vent'anni
sognato dacosì a lungo,
che sembravano vere
insistere, conformarsi
È tutto
la felicità è sempre
più improbabile
L'auto gira in curva, i fari sulle spiagge
risate dagli shock, urla dalle ossa corrette
come correggere parole
banali
in poesie seminate
nella luce di una lunga estate
perché l'inverno è
stato rinviato
fino alla fine di un
tempo sconosciuto
in un luogo che sarà
determinato da quegli esseri che chiamiamo
bambini-personaggi-dei
sistemi divergenti che
ti chiamano e chiamano me ogni notte allo stesso modo
l'antica ora dell'alba,
un secondo lungo quanto l'oscurità
quello da cui veniamo:
mare, acqua, aria, terra
anche se penso che la
terra sia il cemento del cielo
e il mare l'unica
bestia capace di riprodursi ancora e ancora
senza rimpianti,
stanchezza o dispiacere
il mare può essere freddo
come il futuro, un giorno di fallimento
e la pioggia simula
precariamente la dolce sferzata dell'acqua salata
la trasformazione del
corpo in acqua verso l'origine del nulla
il passato sempre un
passo dietro le spalle
così immenso lo spazio
della memoria, colorato
luminosamente ornato di
profumi e spezie
e noi
come semplici larve
cieche
senza mani per
prenderlo
né gambe per tornare.
2
in un bar di Buenos
Aires
All'inizio di settembre
la vedo passare
Non so se sono i miei
occhi a ingannarmi o la pioggia
ma il suo corpo non è
stato deformato dai bambini
né i suoi capelli grigi
o la sua fronte rugosa
con i dolori di un
marito che non ha mai meritato
perché mi stava
aspettando proprio quel pomeriggio tra le foreste
mentre gli autobus aspettavano di ritornare in città
rimane
meravigliosamente statuario, freddo e angelico
come quando guardavo i
suoi capelli e gli davo le forme che amavo
sebbene fosse un'altra
dietro il velo scuro del suo sorriso
resta bella nonostante
me stessa e la mia assenza
Quindi penso che le
donne che hai creato non siano nate nei tuoi libri
ma nella mente del
primo uomo nelle caverne
sotto una montagna dove
i fiumi scorrono tra trilli
canti e risate di donne
scosse da brividi
Aspettano e dosano il
flusso del maschio
sfumato come un animale
schiavo al tuo servizio
a volte mi sembra di
vedere forme orribili
dopo quei corpi nudi
che ti fanno impazzire
e disturbano la serena
pienezza dell'uomo come ragione e logica
cammino lento tra i
sentieri scelti
(ma si coprono con la
follia che provocano
Il destino è bello come
il sole estivo
acceca, crea secrezioni
e lingue
dove non c'è altro che
erba e terra asciutta)
Ora che ci penso, Inés
esiste
la bellissima Inés dal
sorriso completamente orizzontale
l'amico fedele che è lo
stesso nel sesso e di giorno in pieno sole
vibra nelle ultime
pagine del libro mentre punta verso il cielo
(Se vuoi parlare con
gli altri, non lo so e nessun altro può saperlo.)
La maschera della donna
è un volto incerto e triste come quello di un giudice supremo
Importa sempre cosa
pensano, cosa dicono, cosa fanno
nel cielo di settembre
o sotto la pioggia di luglio sul marciapiede)
appaiono da non so
quale luogo
partire non molto tempo
dopo
e dire:
dio, uomo-dio
se ne vanno senza
scintillii
se ne vanno e basta.
3
quando l'insegnante ci
ha chiesto di scrivere di noi stessi
Immaginavo un futuro
non troppo lontano, dove fosse assente anche la paura
come sempre quando ciò
che viene proiettato è ad una distanza probabile ma incerta
Non temiamo ciò che
accadrà la prossima settimana, ma ciò che accadrà stasera
Ed è così che ricordavo
la famiglia che avrei avuto, se avessi osato essere come Copperfield.
la cella che mi hai
messo in mente, su un libro di disegni che dura ancora
come quelle macchie di
insetti sugli schermi della televisione e delle lampade
segni indelebili che
persistono e costituiscono la sostanza di una casa
qualcuno avrebbe dato
il proprio regno perché un cavallo sopravvivesse, se ricordo bene
So che molti darebbero il
proprio passato per quel futuro nato in un giorno d'autunno
in un'aula con finestre
sul parco giochi
godendosi per la prima
volta un compito improvvisamente piacevole
bello come un tesoro
ritrovato senza obbligo di restituzione
e soprattutto salvo
prestarlo, unico, non cedibile
incompreso dagli altri
e quindi nascosto
due tesori in un
pomeriggio, forse era troppo:
La famiglia del futuro
pensare come piacere
La mia famiglia di tre
figli aveva il modello del tuo viso e abiti ottocenteschi.
con ambientazioni
novecentesche, una televisione alle strette sempre accesa
un'auto e una vacanza
al mare ogni estate
Molto più tardi lo
schermo si riempì di cibo lanciato da mani arrabbiate
pareti con carte
scrostate e alcune ossa rotte
la solitudine si
stabilì in casa
e la strada era un
criterio noioso
per misurare la
distanza che mi separava dall'invisibile
si passano le notti a
creare insulti
per non sentirsi
isolati, rifiutati
sorpreso da quelle
strade che all'improvviso
decidono di eliminarci
Tutti mi guardano come
se avessi sul viso l'espressione di una scimmia crudele.
cercare vittime nei
bambini e perversione negli uomini soli
ciò che vedono gli
altri non lo sono, oppure sì, lo sono e non mi vedo
gli specchi non sono
libri, ma pozzanghere di acqua sporca
immagine che
riconosciamo come particolarmente familiare
il passato fedele a ciò
che non sapevamo vedere
cambiato la memoria del
futuro
trasformato in
qualcos'altro
diverso dallo spirito
di cui ci si vanta
come se fossimo dei
perché una volta
abbiamo toccato lo scheletro
felice dell'origine
la rinascita è
l'obiettivo
bambini che continuano
non la specie
ma la fame che ci
porterà alla singola comunità
la morte condivisa di
due universi paralleli
che sono nati lo stesso
giorno:
il mio irreparabile
l'altro incompiuto.
X. Kant o il
laboratorio del pensiero
1
cosa viene prima:
il soffio di alcuni
occhi contro il freddo dell'inverno
o il tocco delle dita
su un calendario strappato
mesi dopo l'inizio
dell'anno
Luglio mostra le
iniziali annullate dei neonati
Guardano il volto di
dicembre in lontananza
ma il sole di settembre
inganna l'occhio
vanta delizie che si
sciolgono su un letto d'asfalto
bambini che parlano al
cellulare
parole che simulano il
contatto con la pelle
ma la polvere
dell'inverno tocca le orbite
sotto la fronte bianca
e ardente di febbre congelata
uomini che sanno di
essere separati da distanze che nessun altro
Nemmeno i libri o i
giornali potranno porre rimedio
o lo sfregamento della
pelle di un cane o di un essere umano
lingue inutili, aspre,
irritanti
la fiera e triste
esperienza di dicembre
sembra il cadavere di
January
2
il tempo che muove le
cose
oggetti in movimento ad
una velocità ritmica
contemporaneamente a
quanto segue
il tempo non gira né
passa
È un fenomeno delle
cose
il ragazzo è un vecchio
a seconda di chi osserva
Dio è un orologio senza
lancette
che non si ferma mai
indovinate l'ora, ci
dice con la faccia
dove ti trovi, lì
morirai
siamo qualcosa perché
la nostra pelle invecchia
bella sintesi del
pensiero empirico
che intende alleviare
il dolore che l'anima
ha sempre conosciuto
3
questa finestra nella
mia stanza
è qui
oppure la finestra sono
io
guardando i cani che passano
come messaggeri
da sinistra a destra?
Sono il vetro che
riflette uno spazio
su lastre negative
che invertono il colore
dell'anima
convergente divergente
ciò che si vede è
dentro
l'invisibile fuori
passano i cani
vento che solleva
polvere
di antiche rocce
vulcaniche
cani che portano le
montagne sulla schiena
verso il centro della
mia anima
sulla linea
dell'orizzonte
4
con una manciata d'erba
tra le dita
ti chiedi:
l'erba è più eterna
che il mio corpo o la
mia anima
ma poi l'oggetto del
dubbio non c'è più
il vento mi ha lasciato
la mano vuota
Sono il creatore di ciò
che toccano le mie dita
lo spazio del mio
cranio
Ha le dimensioni di una
noce spaccata.
frammenti allineati
sulla striscia del tempo
la vita è una cosa che
la ragione disintegra,
come un vivisettore,
nei concetti e nelle spiegazioni
per cambiare la
disperazione del nulla percepito
-dove le cose sono
pezzi di memoria-
per il desiderio di
vedere i contorni di quel nulla
come una manciata di
erbe
5
il tempo non è uno
Sono linee parallele e
incrociate
di una geometria simile
al caos
disordine come concetto
fondamentale
per comprenderne le
regole
come concepire una
costruzione
che non ha tre
dimensioni
ha
subito
forza gravitazionale e
centripeta
qualcosa del genere
come il vuoto dell'aria
nel mare
la caduta di una roccia
dallo spazio
cosa hai aspettato?
migliaia di anni luce
quell'impatto
dividere in frammenti i bambini morti
pietre di simultaneità
su cui gli uomini
puntano
Cercano di introdurre
leggi passate e future
formule che
incoraggiano il tempo in cui vivono
non meno morto del
passato
6
davanti all'oggetto
un argomento delicato
e la comprensione come
rivelazione
di una logica
trascendentale
concetti che vanno
oltre
di semplice contatto
tra le parti
scomposizione delle sue
formule
non esporre alle fiere
i membri particolari di
un’estetica
-critico o
condiscendente
contraddittorio fino
all’assurdo
ma l'intuizione come
zona
in cui pochi entrano
perché è buio
a volte arido, altre
freddo come il ghiaccio eterno
creando strade
concettuali in acciaio
dove i treni bianchi
corrono verso l'origine
seme della conoscenza
bloccato in un punto
non restituibile
oblio tra le pareti di
sangue
7
cosa viene prima
conoscenza per cogliere
le regole fisiche con i sensi
o l'immaginazione per
intuire gli oggetti nel tempo e nello spazio
tutto scorre in una
sintesi di idee giustapposte
l'occhio sull'occhio
che segue il movimento
di una mano sul dorso
concavo del mondo
comprensione
elenco dei giudizi
coscienza empiricamente
provata
se la definizione di
stella
creare la possibilità
di quella stella
forse il nome Dio produce
il dio
8
condizione necessaria
per la creazionezione del mondo
È il tocco di una mano
profumata di oliva
ci sono più percorsi
collegati nella sua trama
quello nell'intera
cosmogonia immaginata dall'uomo
dove le idee vagano
come vertigini negli abissi concettuali
definizioni che non
dicono l'angoscia primordiale dell'origine
costruiti edifici vuoti
-con regole
rigorosamente rispettate-
su aerei che affondano
come fango
come spezzare allora
una mano profumata
senza lasciare la
sostanza libera nella sua espressione originaria
quel nulla che odora
anche di corpi in decomposizione
9
C'è chi si arrabbia se
qualcuno glielo dice
che erano altri prima
di loro stessi
come accettare di
essere stato un mendicante
un cane randagio
una donna morta di
cancro
il tempo è un substrato
persistente
tutto cambiava per un
incidente di forme
il ragazzo che
pensavamo di essere
è scomparso per sempre
l'uomo che ricordiamo
con tenerezza e una
certa invidia
è sepolto da molto
tempo
ogni dieci anni seppelliamo
qualcuno
ad un funerale a porte
chiuse
uno, solo, che guarda
l'ora
come qualcuno che vede
il paesaggio amaro
di una guerra che
inizia
10
fantasia e sogni non
verificabili
confutare l'idea della
realtà
il corpo intuitivo
opposto al corpo motore
di queste grandezze
sottratte al tempo
risulta zero
numero possibile
dell'assoluto
dove tutto è il suo
contrario
ma l'intelletto tollera
solo il reale
e giustifica solo ciò
che è necessario
colonna della coscienza
piattaforma di cemento
che si rompe nel tempo
undici
concetti senza oggetto
invenzione di cui
perfino i numeri dubitano:
dimensione del sole
spessore del nocciolo
in funzione della polvere che lo costituisce
lo sguardo del ragazzo
quando guarda il cane
che dopo averlo morso
fugge come un assassino braccato
la rugiada accumulata
tra le pietre di una strada di quartiere
Anche a mezzogiorno,
quando il sole splende in piena estate
quell'odore di cose
vecchie ammucchiate nel cortile
il giorno dopo la morte
del suo proprietario
vecchio che tollerava
l'umidità della morte
finché non sentirai tra
i denti il peso del nulla
l'impossibile definito
senza contraddizione
lo zero tra le crepe
della quotidianità
vuoto come la brocca
che ciascuno deve riempire
12
oggetti vuoti
concettuali
paura forse
fino agli strumenti
della mente
riuscire a misurare la
capacità di una mano
per contare i metri di
paura che nasce
con ogni nuova formula
ed edificio costruito
lati come manici di pinze
tessuti per camicie di forza
pinza da dissettore per strappare i resti della morte
nei musei cimiteriali
nomi alternativi
in cui nessuno è
d'accordo
cose definite dalla
loro sostanza
in uno spazio che
scompare quando si cancella lo sguardo
la fame come un
solletico alle dita
vento come causa di
febbre corporea
quell'angoscia
disegnata sulla pelle imbevuta di formaldeide
che scorre e si ribalta
quando i corpi vengono tratti dal nulla
riserva vergine di
concetti e ossigeno
13
che sente i suoni dal suo letto
nella notte del giovedì
di Pasqua
forse senti il
sospiro di un uomo
morì molti anni prima
lo stesso del gatto
quando miagola
a mezzanotte di
domenica
sa che il mondo finisce
lì
ma non sono sicuro che
ricomincerà
dubbi che sorgono
come chi nasce respirando
certezza
che è vivo perché prima
dell'inizio
la zona oscura esiste
già
ciò che è dietro gli
occhi è ciò che non si vede
intuitivo e
indefinibile
fragile come una tazza
di porcellana
rotto nella sua scatola
mai aperta
14
oggetto vuoto senza concetto
rette parallele che
formano un triangolo
nomi per il limite
della comprensione
quando si scontra con
l'abisso dietro la lettera
il nostro paradosso è
il corpo
contenitore tra due
nulla
zero prima dell'uno
il silenzio bianco dopo
la parola
quindici
l'esperienza è la madre
dell'illusione
Dovrei fidarmi dei miei
occhi o delle mie mani?
Cosa sentono le mie
orecchie?
ripetutamente
è stato per me il
fischio di un treno
il grido di un uomo che
cade
dal terrazzo di un
palazzo
e ho visto la sagoma di
un bambino spastico
sotto forma di corvo
appollaiato a terra
possiamo assaggiare il
sangue
quando si beve un
bicchiere d'acqua
o generare un figlio
tra le tue braccia
dopo aver venduto una
culla vuota
16
la morte è fine a se
stessa
il tuo giudice e il tuo
dio
decisione e
progettazione delle strade
Non rende conto a
nessuno dei suoi affetti
la morte è un assoluto
che comprende tutte le
possibilità
l’incertezza è il suo
carattere intrinseco
perché se qualcosa è
possibile
accettare anche
l'impossibile
poi forse la morte
può tollerare la vita
17
Ho visto un pallone
galleggiare nel mare
tutta la sua superficie
bianca e liscia
non è stato possibile dire quale punto
toccato l'acqua a che
ora
una cosa semplice che
potrebbe essere scossa
come se fosse
consapevole del riposo
il mare sembrava
consapevole del suo dovere
e ha scosso la sfera
come un padre
elementi separati
indifferenti gli uni
agli altri
ma l'impressione reale
era quella d'insieme:
sfera su una linea
retta
Se tutto ciò che è
semplice fosse capace di pensiero
E tututto ciò che pensa
è un'anima indivisibile
forse l'anima della
sfera
Ero grato al mare
18
Il cuore ha pilastri di
tre tipi
alcuni attaccati a
pareti di bronzo
altri con centri liberi
come le corde della chitarra
i terzi aprono
cateratte di sangue
pilastri di una
cattedrale gotica
con echi nelle loro
navi a quattro cavità
il prisma del cuore
umano
nell'architettura
barocca
il tavolo su cui scrivo
È uno spazio dei miei
sensi
Io sono la tavola per
chi guarda
lo spazio è in noi
come quel cosmo che
abbiamo inventato
per raggiungere Dio in tentativi falliti
fruste che fanno
avanzare le navi
in
mare aperto
Illustrazione: Roman Sustov
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